L'allegoria della Divina commedia di Dante Alighieri

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Tipi di M. Cellini e c., 1864 - 368 pages
 

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Page 212 - Vergine madre, figlia del tuo figlio, Umile ed alta più che creatura, Termine fisso d'eterno consiglio, Tu se' colei che l'umana natura Nobilitasti sì, che il suo Fattore Non disdegnò di farsi sua fattura.
Page 297 - Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere e 'I salir per l' altrui scale. E quel che più ti graverà le spalle Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle, Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te; ma poco appresso Ella, non tu, n'avrà rossa la tempiri. Di sua bestialitate il suo processo Farà la pruova , si ch' a te fia bello Averti fatta parte per te stesso.
Page 126 - Fuor sei dell' erte vie, fuor sei dell' arte. Vedi là il sol che in fronte ti riluce ; Vedi l' erbetta, i fiori e gli arbuscelli, Che qui la terra sol da sè produce. Mentre che vegnan lieti gli occhi belli, Che lagrimando a te venir mi fenno, Seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più, nè mio cenno. Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, E fallo fora non fare a suo senno; Perch' io te sopra te corono e mitrio.
Page 193 - Se quanto infino a qui di lei si dice Fosse conchiuso tutto in una loda, Poco sarebbe a fornir questa vice. La bellezza ch'io vidi si trasmoda Non pur di là da noi, ma certo io credo, Che solo il suo Fattor tutta la goda.
Page 157 - O voi che siete in piccioletta barca, desiderosi d'ascoltar, seguiti dietro al mio legno che cantando varca, tornate a riveder li vostri liti: non vi mettete in pelago, che, forse, perdendo me rimarreste smarriti.
Page 321 - Con lieto volto, ond' io mi confortai, Mi mise dentro alle segrete cose. Quivi sospiri, pianti ed alti guai Risonavan per l'aer senza stelle, Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira, Voci alte e fioche, e suon di man con elle, Facevano un tumulto, il qual s' aggira Sempre in quell' aria senza tempo tinta, Come la rena quando a turbo spira.
Page 54 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Page 214 - Nel suo profondo vidi che s'interna legato con amore in un volume, ciò che per l'universo si squaderna; sustanze e accidenti e lor costume, quasi conflati insieme, per tal modo che ciò ch'i' dico è un semplice lume. La forma universal di questo nodo credo ch'i' vidi, perché più di largo, dicendo questo, mi sento ch'i
Page 344 - In quel gran seggio, a che tu gli occhi tieni Per la corona che già v'è su posta, Prima che tu a queste nozze ceni, Sederà l'alma, che fia giù agosta, Dell'alto Arrigo, ch'a drizzare Italia Verrà in prima ch'ella sia disposta.
Page 213 - La tua benignità, non pur soccorre A chi dimanda, ma molte fiate Liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, In te magnificenza, in te s'aduna Quantunque in creatura o di bontate.

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