Dante, maestro al popolo italianoS. Apollinare, 1896 - 340 pages |
Other editions - View all
Common terms and phrases
abbiamo Alberto Tedesco alcuni Alighieri amore Angelo anime antipapi Antipurgatorio Apostoli avarizia avea aver Beati Beatrice Bonifacio VIII buon Cacciaguida canto cattolico cerchio certi chè chiama Chiesa cielo città colla colpe colui concetto confessa confessione Costantino costoro costui Cristianità cuore Dante dantesco Dantista Dantofilo detto dice dire Divina Commedia Domenico donazione di Costantino donna Ecco Empireo eretici fece Fede figli Francesco frati Gesù Cristo grazia Iacopo Rusticucci inferno legge lettore libro Lonza luogo Lupa maestri Monarca mondo mostra nome nuovo occhi padre Papa Paradiso parla parole passi pastori peccato penitente perocchè poco Poema Poeta Pontefice popolo poteva poveri predica preghiera preghiere principio Profeti Purg Purgatorio ragione Ravenna religioso resta rispetto Sacerdote sacro Santa Sede Santo sapere Savini scrive SEBASTIANO GALEATI seguita sentimenti Signore simbolo sposa superbia trova uomini uomo vede Veltro veniva verità vero versi Virgilio virtù vizi vuol
Popular passages
Page 68 - Facesti come quei che va di notte, Che porta il lume dietro, e sé non giova, Ma dopo sé fa le persone dotte, Quando dicesti: « Secol si rinnuova; «Torna giustizia, e primo tempo umano, » E progenie discende dal ciel nuova.
Page 279 - SI che m' ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà, che fuor mi serra Del bello ovile, ov' io dormi' agnello 5 Nimico a' lupi, che gli danno guerra; Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul Fonte Del mio battesmo prenderò il cappello ; Perocchè nella Fede, che fa conte Io L' anime a Dio, quiv' entra' io, e poi Pietro per lei si mi girò la fronte.
Page 271 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio ; Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo 'mpedisce che l' uccide : Ed ha natura sì malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir di doglia.
Page 313 - Guarda com' esta fiera è fatta fella, Per non esser corretta dagli sproni, Poi che ponesti mano alla predella. O Alberto Tedesco, che abbandoni Costei ch...
Page 113 - Pur di non perder tempo, sì che in quella Materia non potea parlarmi chiuso^ A noi venia la creatura bella ' Bianco vestita, e nella faccia quale Par tremolando mattutina stella. Le braccia aperse, ed indi aperse 1' ale: Disse: Venite; qui son presso i gradi, Ed agevolemente omai si sale.
Page 48 - O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, alla mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol della tua gloria possa lasciare alla futura gente; che, per tornare alquanto a mia memoria e per sonare un poco in questi versi, più si conceperà di tua vittoria.
Page 182 - A così riposato, a così bello Viver di cittadini, a così fida Cittadinanza, a così dolce ostello, Maria mi die', chiamata in alte grida, E nell' antico vostro Batisteo Insieme fui cristiano e Cacciaguida.
Page 85 - Poscia cb' i' ebbi rotta la persona Di due punte mortali, io mi rendei Piangendo a quei che volentier perdona. Orribil furon li peccati miei; Ma la bontà infinita ha si gran braccia, Che prende ciò, che si rivolge a lei. Se il pastor di Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora.
Page 272 - Molti son gli animali a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir di doglia. Questi non ciberà terra nè peltro, Ma sapienza e amore e virtute, E sua nazion sarà tra Feltro e Feltro. Di quell' umile Italia fia salute, Per cui mori la vergine Cammilla, Eurialo, e Turno, e Niso di ferute.
Page 284 - L' aquila che lasciò le penne al carro, Per che divenne mostro e poscia preda ; Ch' io veggio certamente, e però il narro, A darne tempo, già stelle propinque, Sicure d