Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo, Volume 4Tip. Elvetica, 1831 |
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adunarono ajuto Albertino Mussato alcuni allora armata armi attaccare bianchi Bonifacio cagione Cane della Scala capi cardinale Carlo di Valois cavalieri Celestino ch'era chiesa Chron città cittadini colla comune congiurati conte Ugolino Corso Donati d'Arragona Dante Dino Compagni diritto egualmente Enrico erano erasi esiliati famiglia fazioni fece Federico Ferreti figliuolo Filippo Filippo il bello fiorentini Firenze flotta Folietta forze francesi Francia furono galere genovesi gentiluomini Genuens ghibellini Giano della Bella giorno governo guelfi guerra Hist l'imperatore libertà Lombardia Lucca lucchesi maggior consiglio mandò Matteo Visconti medesimo mila morte Mussati Napoli nemici neri niuno nobili nuovo pace Padova padovani papa patria Pietro Pisa pisani Pistoja pistolesi podestà popolo potere prigionieri principe priori Raynald regno repubblica repubblica di Pisa risguardato Roberto rono Sicilia signoria SISM soldati sovranità storici tiranno Toscana tosto trattato tredicesimo secolo truppe Uguccione uomini verun Vicenza Villani Visconti zione
Popular passages
Page 162 - Colui, che attende là, per qui mi mena, Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno.
Page 69 - E che gente è, che par nel duol sì vinta ? Ed egli a me : Questo misero modo Tengon 1' anime triste di coloro, Che visser senza infamia e senza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro Degli angeli che non furon ribelli, Né fur fedeli a Dio, ma per sé foro. Cacciarli i ciel per non esser men belli, Né lo profondo inferno gli riceve, Che alcuna gloria i rei avrebber d
Page 34 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi ; E quei, pensando eh...
Page 123 - Poi ch' hai il sangue mio a te sì tratto Che non si cura della propria carne? Perchè men paja il mal futuro e 1 fatto, Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso, E nel vicario suo Cristo esser catto '. Veggiolo un' altra volta esser deriso : Veggio rinnovellar l' aceto e 'l fele, E tra vivi ladroni essere anciso 3.
Page 162 - Un' ombra lungo questa infino al mento: Credo che s' era inginocchion levala. D' intorno mi guardò, come talento Avesse di veder s'altri era meco; Ma poi che il sospicar fu tutto spento, Piangendo disse: Se per questo cieco Carcere vai per altezza d' ingegno, Mio figlio ov
Page 100 - Vittima fe' di Curradino, e poi Ripiuse al Ciel Tommaso 3 per ammenda. Tempo vegg' io non molto dopo ancoi , Che tragge un altro Carlo fuor di Francia, Per far conoscer meglio e sé ei suoi. Senz
Page 221 - ... loro parenti e amici che riconoscessero e non si lasciassero così vilmente morire e guastare , niuno di loro il volle confessare ; ma con pianti e grida si scusavano com'erano innocenti di ciò e fedeli cristiani, chiamando Cristo e santa Maria e gli altri santi) lar.
Page 140 - Firenze; avvengaché nell'una e nell'altra città diversi effetti partorissero. Perché le inimicizie, che furono nel principio in Roma intra il popolo ei nobili, disputando, quelle di Firenze combattendo si diffinivano. Quelle di Roma con una legge, quelle di Firenze con l' esilio e con la morte di molti cittadini si terminavano.
Page 221 - ... peccati loro opposti potesse scampare ; e in su questo martorio confortati da' loro parenti e amici che riconoscessono , e non si lasciassono così vilmente morire e guastare , niuno di loro il volle confessare ; e con pianti e grida scusandosi com...
Page 154 - Pia testimonio al ver che la dispensa. * Tu lascerai ogni cosa diletta Più caramente ; e questo è quello strale Che l'arco dell'esilio pria saetta. Tu proverai siccome sa di sale Lo pane altrui , e come è duro calle Lo scendere e '1 salir per l