La Commedia di Dante Allighieri, Volume 4 |
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Popular passages
Page 30 - Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere, e 'l salir per l' altrui scale. E quel, che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle : Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te : ma poco appresso Ella, non tu, n
Page 33 - A' miei portai l'amor che qui raffina. O, dissi lui, per li vostri paesi «*» Giammai non fui; ma dove si dimora Per tutta Europa, ch'ei non sien palesi ? La fama che la vostra casa onora, •*« Grida i signori, e grida la contrada, Sì che ne sa chi non vi fu ancora.
Page 38 - Veramente io sono stato legno sanza vela e sanza governo portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertà; e sono vile apparito agli occhi a molti, che forse per alcuna fama in altra forma mi aveano immaginato ; nel cospetto de...
Page 37 - Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente; e questo è quello strale che l'arco de lo esilio pria saetta. Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e '1 salir per l'altrui scale.
Page 31 - Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso , E nel Vicario suo Cristo esser catto. Veggiolo un' altra volta esser deriso : Veggio rinnovellar l'aceto e '1 fele , E tra vivi ladroni essere anciso.
Page 2 - E nell' antico vostro Batisteo Insieme fui cristiano e Cacciaguida. Moronto fu mio frate ed Eliseo; Mia donna venne a me di val di Pado, E quindi il soprannome tuo si feo.
Page 2 - Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente allora, Avesse in Dio ben letta questa faccia, L'ossa del corpo mio sarieno ancora In co' del ponte presso a Benevcnto, Sotti) la guardia della grave mora.
Page 22 - O frate, issa vegg' io, diss' egli, il nodo Che il Notaio, e Guittone, e me ritenne Di qua dal dolce stil nuovo ch' i' odo. Io veggio ben come le vostre penne Diretro al dittator sen vanno strette, Che delle nostre certo non avvenne.
Page 23 - E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com'ella sae veracemente. Sì che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna.
Page 31 - II loco mio, il loco mio, che vaca Nella presenza del Figliuol di Dio, Fatto ha del cimitero mio cloaca Del sangue e della puzza, onde il perverso. Che cadde di quassù, laggiù si placa. Di quel color, che per lo sole avverso Nube dipinge da sera e da mane, Vid...