Il primo libro delle lettere, Volume 2G. Laterza, 1916 |
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Common terms and phrases
accioché affezzione alora altrimenti altrui Ambrogio degli Eusebi amico anco animo ARETINO Arezzo avenga avete avezzo bascio benignitá bontà bontade brama buon caritá Cesare ch'io ché cielo clemenza colui commoditá conciosiaché core cortesia costumi cotal cotanto credere Cristo debbo degnitá degno dono duca duca di Mantova Eccellenza Ecco essempio fama febraio fede figliuolo fortuna Francesco Francesco Calvo fusse gentilezza gioconditá GIROLAMO VERALLO giugno gloria Gonzaga grado gran gratitudine grazia Iddio illustrissima imperadore imperoché inanzi Intanto inverso istessa l'altra l'amicizia l'animo l'onore lettre liberalitá limosina lode Maestá magnanimo magnificenzia mando mansue mansuetudine marchese del Vasto medesimo memoria mente merito messer misericordia modestia mondo Monferato monsignor Montrottieri natura Nizza nobile obligo Oltra onori percioché peroché pregio principe quegli ragione rallegro ricevuto ringrazio saria scrivere scudi servitú sète signor soprana spirito stra suto tengo tosto uffizio uomini vedere Venezia vergogna Vinezia virtú vivere vòle volontà
Popular passages
Page 211 - Inamoramenlo del conte (cosa in suo genere di eroica bellezza, ma tessuta trivialmente ed esplicata con le parole de la antichità plebeia) ; né per altro mi tolsi da la impresa, che per conoscere di mera infamia porsi al viso del nome la mascara dei sudor dei morti.
Page 210 - Ma a che fine odiare lo ingegno infuso in altrui da Cristo? E perché tanto gonfiarsi ne la presunzione di quel che non si merita?
Page 9 - Confesso che mi faccio men utile al mondo e men grato a Cristo, consumando lo studio in ciance bugiarde e non in opre vere. Ma d'ogni male è cagione la voluptà d'altrui e la necessità mia. Ché se i principi fussero tanto chietini quanto io bisognoso, non ritrarei con la penna se non misereri.
Page 210 - Premierà con quegli che io mandai a lo Albicante, al principe di Salerno, al duca Cosimo e al re Francesco; e poi si giudichi de lo stile, de la invenzione, de la piacevolezza e de l'arguzie di noi due. Benché la fama di coloro che invecchiano drieto a lo scriver le ciance da riso è ridicola...
Page 9 - Èrcole nelle fiamme né a Marsia senza pelle, ed essi non terrebbero in camera san Lorenzo sulla grata né lo apostolo scorticato. Ecco: il mio compar Bruciolo intitola la Bibia al re, che è pur cristianissimo, e in cinque anni non ha avuta risposta.
Page 217 - ... figliuoli, nocenti o innocenti che siano, posson cavare il lor genitor de la fossa non che de l'albergo: onde l'onestà del modesto vecchio merita più aiuto che scusa. Ma se ognun che falla può sperare la vostra clemenza, perché egli che non ha errato non dee ricorrere a la vostra giustizia? E per qual cagione io, che sono uomo e cristiano, non ho a prestargli il mio mezzo, essendo tenuto a farlo benché in me non apparisse umanità né religione? S'io vi dicesse quanti capi hanno gli oblighi...
Page 87 - A me bisogna trasformare digressioni, metafore e pedagogarie in argani che movano e in tanaglie che aprano. Bisognami fare si che le voci dei miei scritti rompino il sonno de l'altrui avarizia, e quella battezzare « invenzione » e « locuzione », che mi reca corone d'auro e non di lauro.
Page 95 - Cassola le raccomandazioni che traeste di seno a l'affezzione, accioché io, punto da la memoria di si fatto amico, scoppiassi fuora le lagrime de la benivolenza, gli stimoli de la quale, o che oda di voi, o che a voi pensi, mi fanno sentire in che modo i suoi fervori, ricercando le viscere, rintenerischino l'ossa. Ma, se la complessione de la bontà e la pasta de la natura, per cui son tale, si lascia movere de la fìzzione di chi mi odia, si dee credere che la mova ancora la verità.
Page 87 - ... con l'ali de le iperboli, non avertendo a lo studio de l'arte, il decoro de la quale, con la giocondità dei numeri, esprime i concetti, intona le parole e adorna le materie.
Page 98 - Certo, se io fussi ambizioso, mi potrei attribuire il titolo di felice. Né ciò dico per avermi saputo procacciare salute a la vita e degnità al nome, né per essermi vendicato de le offese fattemi con la riputazione acquistatami ; ma per non avere ritratto nulla da due pontefici che io servii, il cui tradimento è il testimonio de la mia bontà, spolverata sul cartone di la vostra.