Abhandlungen über Dante Alighieri

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Popular passages

Page 5 - La tua fortuna tanto onor ti serba, che l'una parte e l'altra avranno fame di te; ma lungi fia dal becco l'erba. Faccian le bestie fiesolane strame di lor medesme, e non tocchin la pianta, s'alcuna surge ancora in lor letame, in cui riviva la sementa santa di que...
Page 62 - ... è dato), per le parti quasi tutte alle quali questa lingua si stende, peregrino, quasi mendicando, sono andato, mostrando contro a mia voglia la piaga della fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata.
Page 209 - ... d'autori e di scienze e di libri: li quali considerando, giudicava bene che la filosofia, che era donna di questi autori, di queste scienze e di questi libri, fosse somma cosa. E...
Page 100 - Ed egli a me : Se tu segui tua stella, Non puoi fallire a glorioso porto, Se ben m'accorsi nella vita bella. E s'io non fossi sì per tempo morto, Veggendo il cielo a te così benigno, Dato t'avrei all'opera conforto.
Page 234 - Avete il vecchio e il nuovo Testamento, E il pastor della Chiesa che vi guida: Questo vi basti a vostro salvamento.
Page 102 - Ma per larghezza di grazie divine. Che si alti vapori hanno a lor piova, Che nostre...
Page 209 - Trattato, dico e affermo che la donna di cui io innamorai appresso lo primo amore fu la bellissima e onestissima figlia dello Imperadore dell'Universo, alla quale Pittagora pose nome Filosofia . E qui si termina il secondo Trattato, che per prima vivanda è messo innanzi.
Page 114 - Betto non era mai potuto venir fatto d'averlo, e credeva egli co' suoi compagni che ciò avvenisse per ciò che Guido alcuna volta speculando, molto astratto dagli uomini diveniva. E per ciò che egli alquanto tenea della opinione degli Epicùri, si diceva tra la gente volgare che queste sue speculazioni eran solo in cercare se trovar si potesse che Iddio non fosse.
Page 159 - E però puote anche la stella parere turbata; e io fui esperto di questo l' anno medesimo, che nacque questa canzone, chè per affaticare lo viso molto a studio di leggere, in tanto debilitai gli spiriti visivi, che le stelle mi pareano tutte d' alcuno albore ombrate : e per lunga riposanza in luoghi scuri e freddi, e con affreddare lo corpo dell' occhio con acqua chiara, rivinsi* la virtù disgregata, che tornai nel primo buono stato della vista.
Page 120 - O voi, che per la via d'Amor passate, attendete, e guardate s' egli è dolore alcun, quanto il mio, grave : e prego sol, ch'udir mi sofferiate; e poi immaginate s' io son d' ogni tormento ostello e chiave. Amor, non già per mia poca bontate, ma per sua nobiltate, « mi pose in vita si dolce e soave, ch...

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