Il mattino, il meriggio, il vespro e la notte: poemetti

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Fratelli Ciardetti, 1822 - 139 pages
 

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Page 5 - Giovin signore, oa te scenda per lungo di magnanimi lombi ordine il sangue purissimo, celeste, o in te del sangue emendino il difetto i compri onori e le adunate in terra o in mar ricchezze dal genitor frugale in pochi lustri, me precettor d'amabil rito ascolta. Come ingannar questi noiosi e lenti giorni di vita, cui sì lungo tedio e fastidio insoffribile accompagna, or io t'insegnerò.
Page 55 - Che fur gli uomini eguali; e ignoti nomi Fur Plebe, e Nobiltade. Al cibo, al bere, All'accoppiarsi d'ambo i sessi, al sonno Un istinto medesmo, un'egual forza Sospingeva gli umani: e niun consiglio 255 Niuna scelta d'obbietti o lochi o tempi Era lor conceduta.
Page 17 - Starsi al prato, a la selva, al colle, al fonte: E la Suora di lui vedeali poi Uniti ancor nel talamo beato, Ch'ambo gli amici Numi a piene mani Gareggiando spargean di gigli e rose."^ 335 Ma che non puote anco in divino petto, Se mai s'accende, ambizi'on di regno?
Page 57 - Come nell'arsa state il tuono s'ode Che di lontano mormorando viene, E col profondo suon di monte in monte Sorge, e la valle e la foresta intorno Muggon del fragoroso alto rimbombo...
Page 82 - ... mortali, a stringer forte nodo fra questi, ea sollevar lor speme con penne oltre natura alto volanti. 970 Chi por freno oserà d'almo Signore a la mente od al cor? Paventi il vulgo oltre natura: il debole prudente rispetti il vulgo; e quei, cui dona il vulgo titol di saggio, mediti romito 1)75 il ver celato; e alfin cada adorando la sacra nebbia che lo avvolge intorno.
Page 7 - A voi, celeste prole, a voi, concilio di semidei terreni, altro concesse Giove benigno: e con altr'arti e leggi per novo calle a me convien guidarvi.
Page 111 - ... de i per novo cammin guidati rivi e su i campi nascenti; onde poi grandi furo i nipoti e le cittadi ei regni.
Page 44 - Co' sanguinosi pugnali a lato le campestri rocche voi godeste abitar, truci all'aspetto, e per gran baffi rigidi la guancia consultando gli sgherri, e sol giojendo di trattar l'arme che d'orribil palla givan notturne a traforar le porte del non meno di voi rivale armato. Ma i vostri almi nipoti oggi si stanno ad agitar fra le tranquille dita dell'oriolo i ciondoli vezzosi; Ed opra è lor se all'innocenza antica torna pur anco, e bamboleggia il mondo.
Page 116 - Che vengono che vanno, e stridi e fischi Di gente, che domandan che rispondono, Assordan l'aria all'alte mura intorno. Tutto è strepito e luce. O tu, che porti La dama e il cavalier dolci mie cure...
Page 110 - Già, di tenebre involta e di perigli, sola, squallida, mesta alto sedevi su la timida terra. Il debil raggio de le stelle remote e de' pianeti che nel silenzio camminando vanno rompea gli orrori tuoi sol quanto è d'uopo a sentirli assai più.

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