Illustrazioni cosmografiche della Divina commedia: dialoghiStamperia dell'Iride, 1856 - 168 pages |
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Achernar allora ammirare andar andiamo antipodi appresso appunto astronomico avea avete Beatrice belle stelle bisestile Cadice cangerebbe CANTO XXVI celeste certo ch'è ch'era ch'io chè cielo clima comentatori corpo costellazione cotal coverchia credo Dante Denebola detto dice dire diurno divino Ecco emisfero equatore equinozi facelle fiamme gente Gerusalemme giorno giro giunge giunti globo gran secca Immagini indi Inferno innanzi intende intorno l'altro l'orizzonte lasciamo Latona levarsi Lucifero lume Luna luogo maraviglia medesimo meglio mente meridiano mezzo mezzodì mondo monte niuno notte occhi opposto oriente Paradiso parla passo Perocchè Pesce australe Pesci pianeta plenilunio poeta polo ponente principiar della notte principio prosiegue punto pure Purgatorio quadrante quell'altro raggi ragione salire sapete Scorpione segno sfera siamo Sicchè sublime sull'orizzonte Terra terrestre tramonto trova Udite Urania veder vedete veggo Venere vero verso verun Virgilio volete volge vuol zenit zodiaco
Popular passages
Page 21 - Nel tempo che colui, che il mondo schiara, La faccia sua a noi tien meno ascosa, Come la mosca cede alla zanzara, Vede lucciole giù per la vallea, Forse colà dove vendemmia ed ara; 30 Di tante fiamme tutta risplendea L' ottava bolgia, si com' io m' accorsi, Tosto che fui là Ve il fondo parea.
Page 114 - Non s' ammiraron, come voi farete, Quando Jason vider fatto bifolco. La concreata e perpetua sete Del deiforme regno ce n' portava Veloci quasi come il ciel vedete. Beatrice in suso, ed io in lei guardava; E forse in tanto, in quanto un quadrel posa, E vola, e dalla noce si dischiava, Giunto mi vidi ove mirabil cosa Mi torse il viso a sè; e però quella, Cui non potea mia cura essere ascosa, Volta ver me si lieta come bella: Drizza la mente in Dio grata, mi disse, Che n'ha congiunti con la prima...
Page 93 - Ch' agli occhi temperava il nuovo giorno. Senza più aspettar lasciai la riva, Prendendo la campagna lento lento Su per lo suoi che d' ogni parte oliva. Un'aura dolce, senza mutamento Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento; Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U
Page 11 - E il Sol montava in su con quelle stelle Ch'eran con lui, quando l'amor divino Mosse da prima quelle cose belle...
Page 49 - 1 sole a l'orizzonte giunto lo cui meridian cerchio coverchia lerusalem col suo più alto punto; e la notte, che opposita a lui cerchia, uscia di Gange fuor con le bilance, che le caggion di man quando soverchia...
Page 109 - Che l' universo a Dio fa simigliante. Qui veggion l' alte creature l' orma Dell' eterno valore, il quale è fine, Al quale è fatta la toccata norma. Nell' ordine ch' io dico sono accline Tutte nature per diverse sorti, Più al principio loro e men vicine; Onde si muovono a diversi porti Per lo gran mar dell' essere, e ciascuna Con istinto a lei dato che la porti. Questi ne porta il fuoco inver la luna, Questi ne' cuor mortali è permotore, Questi la terra in sè stringe ed aduna.
Page 107 - E di subito parve giorno a giorno Essere aggiunto, come Quei che puote Avesse il ciel d'un altro Sole adorno. Beatrice tutta nell'eterne ruote Fissa con gli occhi stava; ed io in lei Le luci fissi di lassù remote. Nel suo aspetto tal dentro mi fei, Qual si fe' Glauco nel gustar dell' erba, Che il fe' consorto in mar degli altri Dei.
Page 140 - Col viso ritornai per tutte quante Le sette spere, e vidi questo globo Tal, ch...
Page 124 - 1 tuo banco, dietro pensando a ciò che si preliba, s'esser vuoi lieto assai prima che stanco. Messo t'ho innanzi: ornai per te ti ciba; chè a sè torce tutta la mia cura quella materia ond'io son fatto scriba.
Page 134 - Quale per li seren tranquilli e puri Discorre ad ora ad or subito fuoco, Movendo gli occhi, che stavan sicuri, E pare stella, che tramuti loco, Se non che dalla parte, onde s...