Venticinque appunti ad alcuni recenti comentatori della Divina commedia di DanteA. Tenconi, 1878 - 200 pages |
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affatto alcun allora altra altrove amore anime anno anzi appunto assai avea avrebbe avverte Beatrice bella Biag Bianchi bisogno Blanc buona capo caso cerchi certo ch'io chè chiama chiaro cielo colla colpa comenti concetto corpo creato credo Cristo dato desiderio destra dice dire divina esempi espressione esprimere esso facendo fare forma fosse frase Fratic Fraticelli giorno giustizia giusto Guigoni intendere interpretazione invece l'altro lascia legge lettore luce lume luna luogo maggior mare meglio mente mezzo mondo morte move nome occhi osserva pare parla parole passo piuttosto poco possa posto poteva potrebbe preferisco prende presente principio proprio punto pure quei raggio ragione riferirsi salita santi sarà sarebbe segno segue sembra semplice senso sente significato simile sinistra spiega spiegazione spirito stelle terra testo traduce tratto troppo trovo vale vediamo venire vero verso vidi Virgilio virtù vista viva voce voglia volere volgere vuol
Popular passages
Page 175 - Io sono amore angelico, che giro l'alta letizia che spira del ventre che fu albergo del nostro disiro; e girerommi, donna del ciel, mentre che seguirai tuo figlio, e farai dia più la spera suprema perché li entre'.
Page 191 - Oh, quanto è corto il dire e come fioco Al mio concetto! E questo, a quel ch'io vidi, È tanto, che non basta a dicer "poco.
Page 143 - Certo a colui che meco s' assottiglia, Se la scrittura sovra voi non fosse, Da dubitar sarebbe a maraviglia. O terreni animali, o menti grosse! La prima volontà, ch'è per sè buona, Da sè, ch'è sommo ben, mai non si mosse. Cotanto è giusto, quanto a lei consuona; Nullo creato bene a sè la tira, Ma essa, radiando, lui cagiona.
Page 154 - Chi dietro a iura, e chi ad aforismi sen giva, e chi seguendo sacerdozio, e chi regnar per forza o per sofismi, e chi rubare, e chi civil negozio; chi nel diletto...
Page 86 - Titone antico già s'imbiancava al balco d'oriente, fuor delle braccia del suo dolce amico; di gemme la sua fronte era lucente, poste in figura del freddo animale che con la coda percuote la gente; e la notte de...
Page 24 - E che più volte v' ha cresciuta doglia? Che giova nelle fata dar di cozzo? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, Ne porta ancor pelato il mento e il gozzo. Poi si rivolse per la strada lorda, E non fe
Page 161 - Ma sì come carbon che fiamma rende , E per vivo candor quella soverchia, Sì che la sua parvenza si difende...
Page 57 - Ch' io gli vidi venir con l' ali tese, Non molto lungi, per volerne prendere. Lo Duca mio di subito mi prese, Come la madre ch'ai romore è desta, E vede presso a sè le fiamme accese, Che prende il figlio, e fugge, e non s'arresta, Avendo più di lui che di sè cura, Tanto che solo una camicia vesta, . E giù dal collo della ripa dura Supin si diede alla pendente roccia, Che l' un dei lati all'altra bolgia tura.
Page 145 - Vid' io in essa luce altre lucerne Muoversi in giro più e men correnti, Al modo,, credo , di lor viste eterne.
Page 124 - S' io era sol di me quel che creasti Novellamente, Amor che il ciel governi, Tu il sai, che col tuo lume mi levasti. Quando la rota, che tu sempiterni Desiderato, a sè mi fece atteso, Con l...