Una questione dantesca: (Dante Alighieri, i Bianco-Ghibellini esuli e i Romena)

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E. Loescher, 1899 - 111 pages
 

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Popular passages

Page 76 - Mentre ch' io forma fui d' ossa e di polpe Che la madre mi diè, l' opere mie 'Non furon leonine ma di volpe. Gli accorgimenti e le coperte vie Io seppi tutte , e sì menai lor arte Ch' al fine della terra il suono uscie.
Page 46 - Ch' avrà in te sì benigno riguardo Che del fare e del chieder, tra voi due, Fia primo * quel che tra gli altri è più tardo.
Page 45 - E quel che più ti graverà le spalle, sarà la compagnia malvagia e scempia con la qual tu cadrai in questa valle...
Page 77 - Agustino ea San Francesco ea San Domenico si fa d'abito e di vita simile, ma eziandio a buona e vera religione si può tornare in matrimonio stando^ che Iddio non vuole religioso di noi se non il cuore. E però dice San Paolo alli Romani: -. Non quelli rli' è mate nifestamente Giudeo, nè quella ch
Page 69 - Ma s'io vedessi qui l'anima trista di Guido, o d'Alessandro, o di lor frate, per fonte Branda non darei la vista. Dentro c'è l'una già, se l'arrabbiate ombre che vanno intorno dicon vero; ma che mi vai, c'ho le membra legate? S'io fossi pur di tanto ancor leggero, ch'i...
Page 45 - Con la qual tu cadrai in questa valle, Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contro te ; ma poco appresso 66 Ella, non tu, n
Page 44 - ... violenzia o ruberia a alcuno. Molto fu bello a vederli, con segno di pace, stando schierati. Il caldo era grande, sì che parea che l'aria ardesse.
Page 44 - Et ad quid aliud in civile bellum corruimus, quid aliud candida nostra signa petebant, et ad quid aliud enses et tela nostra rubebant, nisi ut qui civilia iura temeraria voluptate truncaverant et iugo pie legis colla submitterent et ad pacem patrie cogerentur? Quippe nostre intentionis cuspis legiptima de nervo quem tendebamus prorumpens, quietem solam et libertatem populi fiorentini petebat, petit, atque petet in posterum.
Page 68 - Alla miseria del maestro Adamo: Io ebbi, vivo, assai di quel ch'i' volli, Ed ora, lasso ! un gocciol d'acqua bramo. 64 Li ruscelletti, che de' verdi colli Del Casentin discendon giuso in Arno, Facendo i lor canali freddi e molli, 67 Sempre mi stanno innanzi, e non indarno; Che l' imagine lor via più m'asciuga, Che il male ond'io nel volto mi discarno.
Page 62 - Agobbio aveano preso Arezzo per tradimento. Onde i loro nemici ne dubitarono tanto, che ne perderono il vigore e non s' ardirono a muovere.E così si perdé la città riguadagnata, per gran fallo.

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