Drammatiche rappresentazioni in Sicilia e poesie di autori siciliani dal secolo XVI al XVIII.

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Gioacchino Di Marzo
L.P. Lauriel, 1876
 

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Page 160 - Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta' come torre ferma, che non crolla giammai la cima per soffiar de...
Page 246 - Che criò questo, e quell'altro emispero, E mansueto più Giove , che Marte ; Venendo in terra a illuminar le carte, Ch'avean molt'anni già celato il vero, Tolse Giovanni dalla rete, e Piero, E nel regno del Ciel fece lor parte.
Page 233 - Chi siete voi che contro al cieco fiume fuggita avete la pregione etterna?», diss'el, movendo quelle oneste piume. «Chi v'ha guidati, o che vi fu lucerna, uscendo fuor de la profonda notte che sempre nera fa la valle inferna? Son le leggi d'abisso così rotte? o è mutato in ciel novo consiglio, che, dannati, venite a le mie grotte?
Page 196 - Voi altri pochi, che drizzaste '1 collo Per tempo al pan degli angeli, del quale Vivesi qui, ma non si vien satollo, Metter potete ben per 1" alto sale Vostro navigio, servando mio solco Dinanzi al1' acqua che ritorna eguale. Que' gloriosi che passaro a Colco, Non s" ammiraron, come voi farete, Quando Jason vider fatto bifolco.
Page 7 - D'alta Eroina, onde superbo.... Sen va il Sebeto, che d'eterni fregi Cinse al natal di lei quel trasparente Suo ricco ammanto; e ragionar mi è dato Con questi cayalier celebri e chiari Di vera cortesia, con queste Dame Ch'han di somma beltà per tutto il vanto. O fortunata gente! il ciel benigno Sempre con occhi graziosi e lieti Miri questa Città: con voi soggiorno Son ora a far venuta. Rozza e vile Stimarmi non vogliate, e però indegna Del vostro conversar, che poco adorna Son qui comparsa: per...
Page 116 - Si che uscirono dall'Inferno nella scena le [tre furie dicendo: Farem vittoriose a te ritorno, Se il solito vigor non ci vien manco. Che di far opre rie non è mai stanco. E a ciò conforme al gran disegno effetto Succeda immantinente. Quell'amoroso, ardente Desio, ch'avvampa del Tiranno il petto. Volgeremo in disdegno, ira e furore, E nuovo inferno diverrà il suo core...
Page 43 - Alti secreti, e scuoprono del fato I più riposti alberghi, e aperte e chiare Veder ne fanno le future cose. E così, mio padron, mostra che fatto Habbian oggi con noi. Bellezza è un raggio Della divina Luce, il qual risplende In questa parte e in quella , e più che altrove Nell'aspetto gentil lustra e fiammeggia D'Eutropia vostra. Or questo divin lume Ch...
Page 361 - Vedi il frutto qual fu di tua vittoria ! Al che il Demonio fra le altre risposte soggiunge: E ben; di mia possanza Farò buon uso allora Che sciolto dall'indegna Vergognosa catena, Ad infestar la terra Pieno d'altro velen farò ritorno: Verrà, verrà quel giorno In cui vedrò precipitar le stelle, Languire il sole, e in mezzo all'aria bruna Insanguinata comparir la luna.
Page vii - A te lode, a te gloria, ecc. e disparve ogni cosa ». Il fondo di questa rappresentazione è proprio della Leggenda di S. Caterina scritta nel buon secolo di nostra lingua; sì che ci hai in qualche luogo quasi la stessa frase, non dico lo stesso andamento , siccome può vedere chi sia vago di simili raffronti. Che poi il Sirillo abbia avuta innanzi la composizione del Licco, ovvero tutti e due abbiano preso modello da una più antica rappresentazione, pare indubitato.
Page 151 - Sposo celeste della martire, le lacrime degli astanti, ali' ultimo colpo che recide il bianco collo della regale donzella, e la conversione, in fine, di Eudosso al miracolo che da il cielo in quel passaggio della martire, e dell'Araldo stesso che grida a tutti: di Caterina il Trino ed uno Dio, per unico Dio confesso e adoro. E qui la chiusura eziandio delle comparse o intermedi così notata: i Subito che fini l...

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