Storia della letteratura italiana a uso delle scuole

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V. Muglia, 1908 - 427 pages
 

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Page 162 - Candida è ella, e candida la vesta, ma pur di rose e fior dipinta e d'erba: lo inanellato crin dell'aurea testa scende in la fronte umilmente superba. Ridegli attorno tutta la foresta, e quanto può sue cure disacerba. Nell'atto regalmente è mansueta; e pur col ciglio le tempeste acqueta.
Page 53 - A noi venia la creatura bella, Bianco vestita, e nella faccia, quale Par tremolando mattutina stella. Le braccia aperse, ed indi aperse l* ale : Disse : Venite : qui son presso i gradi, Ed agevolemente omai si sale.
Page 55 - Tu non se' in terra, si come tu credi ; Ma folgore, fuggendo il proprio sito, Non corse come tu eh
Page 163 - L'aer d'intorno si fa tutto ameno, Ovunque gira le luci amorose. Di celeste letizia il volto ha pieno, Dolce dipinto di ligustri e rose. Ogni aura tace al suo parlar divino, E canta ogni augelletto in suo latino1.
Page 48 - O Tosco che per la città del foco Vivo ten vai così parlando onesto , Piacciati di restare in questo loco : La tua loquela ti fa manifesto Di quella nobil patria natio Alla qual forse fui troppo molesto. Subitamente questo suono uscio D* una dell' arche ; però m' accostai, Temendo, un poco più al duca mio.
Page 104 - Testimonianze false con sommo diletto diceva, richiesto e non richiesto; e dandosi a que' tempi in Francia a' saramenti grandissima fede, non curandosi fargli falsi, tante quistioni malvagiamente vincea a quante a giurare di dire il vero sopra la sua fede era chiamato. Aveva oltre modo piacere, e forte vi studiava, in commettere tra amici e parenti e qualunque altra persona mali e inimicizie e scandali, de' quali quanto maggiori mali vedeva seguire tanto più d'allegrezza prendea.
Page 269 - Penso — risponde — a la città del regno di Giudea antichissima regina, che vinta or cade, e indarno esser sostegno 10 procurai de la fatai ruina, e ch'è poca vendetta al mio disdegno 11 capo tuo che '1 Ciclo or mi destina.
Page 55 - Che più lucente se ne fe' il pianeta. E, se la stella si cambiò e rise, Qual mi fec' io, che pur di mia natura Trasmutabile son per tutte guise! Come in peschiera, eh...
Page 68 - Con lei foss' io da che si parte il Sole ; E non ci vedess' altri , che le stelle ; Sol una notte ; e mai non fosse l...
Page 97 - Iddio ebbe misericordia di lui, e nel suo regno il ricevette; ma, per ciò che questo n'è occulto, secondo quello che ne può apparire ragiono, e dico costui più tosto dovere essere nelle mani del diavolo in perdizione, che in paradiso. E se così è, grandissima si può la benignità di Dio cognoscere verso noi, la quale, non al nostro errore, ma alla purità della fede riguardando, così faccende noi nostro mezzano un suo nemico, amico credendolo, ci esaudisce, come se ad uno veramente santo,...

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