Attraverso il cinquecentoErmanno Loescher, 1888 - 394 pages |
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alcuni altre amici amore Andrea Calmo assai Baldassar Castiglione bella Bembo Bernardo Tasso Berni bisogno buffoni buon burla canto Canzoniere capitolo cardinale casa certo ch'egli chè chiama Cinquecento coltura commedia componimenti corte cortigiane credere d'amore d'ogni dell'Aretino dialogo dice dire dolce Doni donne duca ebbe ediz erano faceva famoso figliuolo Firenze Francesco Francesco Berni frate Garzoni giorno GRAF gran imitatori innamorato intitolato l'altro l'Aretino Lasca latino Laura legge Leone Leone X lettera Lettere libro lingua lode Lodovico Lodovico Dolce maestro Manfurio Mantova Mariano mente meretrici messer mondo morte mostra narra Niccolò Franco nome Novelle Ortensio Lando parecchi parla parole pedante Petrarca PICCARDO Pietro Aretino Pietro Bembo poesia poeta poteva pure puttane ragione ricorda rime scritto scriveva secolo XVI signora sonetti Sperone Speroni Speroni spesso troppo trova Tullia d'Aragona Vedi Venezia Veniero vero Veronica Franco versi virtù vituperate vuol Zoppino
Popular passages
Page 53 - O turba errante, io ti dico e ridico che la poesia è un ghiribizzo de la natura ne le sue allegrezze, il qual si sta nel furor proprio, e, mancandone il cantar poetico, diventa un cimbalo senza sonagli e un campanil senza campane.
Page 74 - E mi fe sospirar sua dura sorte. Indi. per alto mar vidi una nave, Con le sarte di seta, e d'or la vela, Tutta d'avorio, e...
Page 65 - ... denti d'ebano, rari e pellegrini, inaudita ineffabile armonia; costumi alteri e gravi: a voi, divini servi d'amor, palese fo, che queste son le bellezze della donna mia.
Page 45 - Ho visto qualche sua composizione: sono ignorante, e pur direi d'avelle lette tutte nel mezzo di Piatone. Sì ch'egli è nuovo Apollo e nuovo Apelle. Tacete unquanco, pallide viole, e liquidi cristalli, e fere snelle: ei dice cose, e voi dite parole.
Page 49 - E, per dirvelo, il Petrarca e il Boccaccio sono imitati da chi esprime i concetti suoi con la dolcezza e con la leggiadria con cui dolcemente e leggiadramente essi andarono esprimendo i loro, e non da chi gli saccheggia, non pur dei « quinci » e dei « quindi » e dei « soventi » e degli « snelli », ma dei versi interi.
Page 79 - E del poeta il fin la meraviglia, / Chi non sa far stupir, vada alla striglia...
Page 173 - Vorrei che i poveracci, che per darsi nome mi compongon contro, avessero tanto d'ingegno che la gente, nel degnarsi di leggerli, misurasse il mio merito con la loro invidia. Vorrei bermi il sangue d'una persona non men taccagna che finta. Vorrei che colui, che apprezza più uno scudo che un...
Page 49 - Spettatori, snello ama unquanco, e per mezzo 'di scaltro a sè sottragge quinci e quindi uopo, in guisa che a le aurette estive gode de lo amor-e di invoglia, facendo restìo sovente, che su le fresche erbette al suono de' liquidi cristalli cantava l'oro.
Page 279 - Arétin, traduites de l'italien, pour la première fois, avec des notes par P.-L. Jacob, bibliophile, et précédées de la vie abrégée de l'auteur, par Dujardin, d'après Mazzuchelli, Paris, Charles Gosselin, libraire, rue Jacob, )O.
Page 170 - E, sciolto da quel pensiero, andò a rimenarsi,2 e visitar alcuni amici italiani; e ritornando al tardi, dopo il tramontar del sole . . . PRU. Già il rutilante Febo, avendo volto al nostro emisfero il tergo, con il radiante capo ad illustrar gli antipodi sen giva.