Vita di Vittorio Alfieri da Asti: scritta da esso ...

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Presso L. Ciardetti, 1822
 

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Popular passages

Page 131 - ... di grida, di pianti, e di furori pur anche, che chi fosse stato a sentirmi nella camera vicina mi avrebbe certamente tenuto per impazzato. All'udire certi gran tratti di quei sommi uomini, spessissimo io balzava in piedi agitatissimo, e fuori di me, e lagrime di dolore e di rabbia mi scaturivano...
Page 11 - Nella città d'Asti in Piemonte, il dì 17 di gennaio dell'anno 1749 ', io nacqui di nobili, agiati, ed onesti parenti. E queste tre loro qualità ho espressamente individuate, ea gran ventura mia le ascrivo per le seguenti ragioni. Il nascere della classe dei nobili...
Page 82 - Diocleziane, mi avea prestato un delizioso ricovero. Le lunghe intere mattinate io ve le impiegava studiando, senza muovermi punto di casa se non se un'ora o due cavalcando per quelle solitudini immense che in quel circondario disabitato di Roma invitano a riflettere, piangere, e poetare. La sera scendeva nell'abitato, e ristorato...
Page 57 - ... ed agitandomi ogni più interna fibra, a tal segno che per più settimane io rimasi immerso in una malinconia straordinaria ma non dispiacevole...
Page 82 - ... in ogni angolo della città, per vederla passare in tale o tal via, nelle passeggiate pubbliche del Valentino e Cittadella; un non poterla...
Page 2 - E' ti convien di necessità retrocedere, e per così dir, rimbambire, studiando ex professo da capo la grammatica, e susseguentemente tutto quel che ci vuole per sapere scrivere correttamente e con arte.,, E tanto gridò* questa voce, ch'io finalmente mi persuasi, e chinai il capo e le spalle.
Page 120 - Tacito, qual egli si professava, io sentii nel mio intimo un certo tal moto d' indegnazione; e tosto, buttato là il libro saltai a sedere sul letto, dov'io giaceva nel leggere; ed impugnata con ira la penna, ad alta voce gridando dissi a me stesso: « Plinio mio, se tu eri davvero e l'amico, e l'emulo, e l'ammiratore di Tacito, ecco come avresti dovuto parlare a...
Page 58 - ... divezzatomi dal teatro ci ritorno dopo un certo intervallo, ritrovo sempre non vi essere il più potente e indomabile agitatore dell'animo, cuore, ed intelletto mio, di quel che lo siano i suoni tutti, e specialmente le voci di contralto e di donna. Nessuna cosa mi desta più affetti, e più vari, e terribili. E quasi tutte le mie tragedie sono state ideate da me o nell'atto del sentir musica, o poche ore dopo.
Page 182 - ... poter mai scrivere nessuna cosa né in prosa né in versi, io mi contentava di ruminar fra me stesso, e di piangere alle volte dirottamente senza saper di che, e nello stesso modo di ridere : due cose che se non sono poi seguitate da scritto nessuno, son tenute per mera pazzia, e lo sono; se partoriscono scritti, si chiamano poesia, e lo sono.
Page 121 - ... che nella capitale; tutte queste doti vere ed uniche di quel fortunato e libero paese, mi rapirono l'animo a bella prima, e in due altri viaggi, oltre quello...

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