Bellezze della Divina commedia di Dante Alighieri: dialoghiStab. tip. di P. Androsio, 1866 - 648 pages |
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alcun altra altresì anime anzi appunto assai atto avea aver bellezza bello buon Canto caso cerchio certo ciascun cielo colla colore colpa concetto corpo credo Dante dice diletto dire disse dolce ecco erano esempi essendo esso eziandio facendo fare fece forma forte forza gente gran guarda immagine innanzi intendere l'altro l'anima l'uno lascia legge leva lingua lungo luogo Maestro mano maraviglia mare medesimo meglio mente mette mezzo mondo monte morte natura nome nota notare nulla nuovo occhi pare parlare parole passo pena piace piglia poco Poeta POMP porta possa posto poteva pregio preso proprio punto ragione ROSA salire sapere sarà segue senso sentire simile spiega terra testa tocca TOREL torna tratto troppo trovato uomo vale vedere veggo venire verbo vero verso vidi Virgilio virtù vivo voglia volendo volte vuol
Popular passages
Page 80 - Bolle l' inverno la tenace pece A rimpalmar li legni lor non sani, Che navicar non ponno, e in quella vece Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Le coste a quel che più viaggi fece ; Chi ribatte da proda, e chi da poppa; Altri fa remi, ed altri volge sarte ; Chi terzeruolo ed artimon rintoppa : 15 Tal, non per fuoco, ma per divina arte, Bollia laggiuso una pegola spessa, Che inviscava la ripa da ogni parte. Io vedea lei, ma non vedeva in essa Ma...
Page 105 - Tu non pensavi eh' io loico fossi ! A Minos mi portò : e quegli attorse Otto volte la coda al dosso duro ; E poi che per gran rabbia la si morse, Disse : Questi è de' rei del fuoco furo : Per eh' io là, dove vedi, son perduto ; E si vestito andando mi rancure.
Page 135 - E disser : Padre, assai ci fia men doglia, Se tu mangi di noi: tu ne vestisti Queste misere carni, e tu ne spoglia.
Page 228 - ... 1 solecchio, che del soverchio visibile lima. Come quando drill' acqua o dallo specchio salta lo raggio all' opposita parte, salendo su per lo modo parecchio a quel che scende, e tanto si diparte dal cader della pietra in igual tratta...
Page 101 - Quando n' apparve una montagna bruna Per la distanza ; e parvemi alta tanto. Quanto veduta non n' aveva alcuna. Noi ci allegrammo ; e tosto tornò in pianto : Ché dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe girar con tutte l'acque ; Alla quarta levar la poppa in suso, E la prora ire in giù, com' altrui piacque, Infin che '1 mar fu sopra noi richiuso.
Page 235 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Page 163 - Se nuova legge non ti toglie Memoria o uso all'amoroso canto, Che mi solca quetar tutte mie voglie; Di ciò ti piaccia consolare alquanto L'anima mia, che con la sua persona Venendo qui, è affannata tanto. Amar che nella mente mi ragiona^ Cominciò egli allor si dolcemente, Che la dolcezza ancor dentro mi suona.
Page 212 - Come per sostentar solaio o tetto, Per mensola talvolta una figura Si vede giunger le ginocchia al petto, La qual fa del non ver vera rancura Nascere a chi la vede; così fatti "Vid' io color, quando posi ben cura.
Page 294 - Tanto giù cadde, che tutti argomenti Alla salute sua eran già corti, Fuor che mostrargli le perdute genti. Per questo visitai l'uscio de' morti, Ed a colui che l'ha quassù condotto Li prieghi miei piangendo furon pòrti.
Page 409 - Che fe' i Romani al mondo reverendi. Esso ricominciò : a questo regno Non salì mai chi non credette in Cristo, Nè pria nè poi che '1 si chiavasse al legno. Ma vedi, molti gridan: Cristo, Cristo...