Dante et Gœthe: dialogues

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Didier, 1866 - 425 pages
 

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Page 164 - Ahi serva Italia, di dolore ostello, Nave senza nocchiero in gran tempesta , Non donna di provincie , ma bordello...
Page 197 - In quel gran seggio, a che tu gli occhi tieni Per la corona, che già v...
Page 188 - Tu lascerai ogni cosa diletta Più caramente, e questo è quello strale Che l'arco dell'esilio più saetta. Tu proverai si come sa di sale Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere e il salir per l'altrui scale.
Page 171 - Tanto giù cadde, che tutti argomenti Alla salute sua eran già corti, Fuor che mostrargli le perdute genti. Per questo visitai l'uscio de' morti, Ed a colui che l'ha quassù condotto Li prieghi miei piangendo furon pòrti.
Page 420 - Combien j'ai douce souvenance Du joli lieu de ma naissance! Ma sœur, qu'ils étaient beaux ces jours De France! O mon pays, sois mes amours Toujours ! Te souvient-il que notre mère Au foyer de notre chaumière Nous pressait sur son cœur joyeux, Ma chère, Et nous baisions ses blancs cheveux Tous deux?
Page 323 - Se no, ciascun disio sarebbe frustra. Nasce per quello, a guisa di rampollo. Appiè del vero il dubbio: ed è Natura Ch'ai sommo pinge noi di collo in collo. Questo m'invita, questo m'assicura, Con riverenza, Donna, a dimandarvi D'un' altra verità che m
Page 178 - E se il mondo sapesse il cuor eh' egli ebbe Mendicando sua vita a frusto a frusto, Assai lo loda, e più lo loderebbe.
Page 179 - E se il mondo laggiù ponesse mente Al fondamento che natura pone, Seguendo lui avria buona la gente. Ma voi torcete alla religione Tal che fu nato a cingersi la spada , E fate Re di tal ch'è da sermone; Onde la traccia vostra è fuor di strada.
Page 356 - O Donna, in cui la mia speranza vige, E che soffristi per la mia salute In inferno lasciar le tue vestige; Di tante cose, quante io ho vedute, Dal tuo podere e dalla tua bontate Riconosco la grazia e la virtute. Tu m'hai, di servo, tratto a libertate Per tutte quelle vie, per tuti' i modi Che di ciò fare avean la potestate.
Page 180 - ... dure éternellement. Chaque jour, Dante prend la main de quelqu'un de nous, comme Virgile prit la sienne, et l'introduit en ces demeures où éclatent la justice et la miséricorde divines. Toutes les pâles terreurs qui assaillirent son âme, toutes les splendeurs qui éblouirent ses yeux...

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