Commedia: Inferno1870 - 710 pages |
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amore anima antichi appo avea Barg Bargigi Beatrice Biagioli Bianchi bolgia Brunetto Latini canto Canz Capaneo capo Cassinese ch'è ch'io chè chiosa cielo colui comentatori Conte Ugolino cotesto crede Dante detto dice dire Divina Divina Commedia dolore Duca Eneide eziandio fama favella fece Fialte figliuoli forza furono gente ghiaccio gran Inferno intendere Jacopo da Lentino l'altro l'anima l'uno Landino Latini legge lingua Lombardi Lucifero luogo Maestro Malacoda mastro Adamo mente mondo morte mostra nome occhi Orazio Ovidio Parad pare parlare parole passo pena perciocchè piè poco Poeta Purg quivi quod ragione rima segg senso sentenza sentimento significare spirito superbia terra testo Tommaseo traditori Ugolino uomo vale Vellutello Venturi verbo verso vidi Virg Virgilio vivo vocabolo volgare Volpi vuol Witte XXII zione
Popular passages
Page 89 - E cominciai: Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri?
Page 220 - Sì che in poc' ora avria 1' orecchia offesa. lo aveva una corda intorno cinta, E con essa pensai alcuna volta Prender la lonza alla pelle dipinta. Poscia che l'ebbi tutta da me sciolta, Si come il Duca m' avea comandato, Porsila a lui aggroppata e ravvolta. Ond...
Page 191 - Chi è quel grande, che non par che curi Lo 'ncendio , e giace dispettoso e torto Sì, che la pioggia non par che '1 maturi?
Page 3 - Guardai in alto, e vidi le sue spalle Vestite già de' raggi del pianeta, Che mena dritto altrui per ogni calle. Allor fu la paura un poco queta, Che nel lago del cor m...
Page 91 - Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante : Galeotto fu il libro e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 80 - E come gli stornei ne portan l' ali, Nel freddo tempo, a schiera larga e piena, Così quel fiato gli spiriti mali. Di qua, di là, di giù, di su gli mena : Nulla speranza gli conforta mai, Non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, Facendo in aer di sé lunga riga ; Così vid' io venir, traendo guai, Ombre portate dalla detta briga : Perch...
Page 15 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio : Che questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che 1' uccide : E ha natura si malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il Veltro Verrà, che la farà morir di doglia.
Page 192 - Qual io fui vivo, tal son morto. Se Giove stanchi il suo fabbro, da cui Crucciato prese la folgore acuta, Onde l...
Page 265 - Ahi, Costantin, di quanto- mal fu matre , Non la tua conversion , ma quella dote Che da te prese il primo ricco patre...
Page 52 - 1 mio dir gli fusse grave, Infino al fiume di parlar mi trassi. Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio, bianco per antico pelo, Gridando: Guai a voi, anime prave: Non isperate mai veder lo cielo: l' vegno per menarvi all' altra riva Nelle tenebre eterne, in caldo e in gielo. E tu, che se' costì, anima viva, Partiti da cotesti che son morti.