La divina commedia, col com. di P. Fraticelli. Nuova ed., con giunte e correzioni1860 |
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alcun allora altra altrui amore angeli anime antichi appresso Arno avea beati Beatrice bolgia buon Cacciaguida canto canto VIII canto X canto XVI cerchio ch'è ch'io chè ciascun cielo colla colui convien corpo credo Cristo Dante dice dietro dimanda dinanzi disio divina DIVINA COMMEDIA dolce Donna Duca empireo Eneid esso eterno Eunoè fece fiamma figlio Firenze fuoco gente Gerione Gesù Cristo Ghibellini giro grido guarda Guelfi Inferno Intendi l'altro l'anima l'uno luce lume luogo Maestro maraviglia mente mezzo mondo monte morte mosse mostra occhi omai padre Paradiso parea parlare parole passi peccato Perocchè piè poco Poeta Poscia pria Purg Purgatorio quinci quivi raggio ragione rispose santo sfere celesti sovra spiriti spirto splendore Stazio stelle Tebe terra tosto uomo vale a dire veder Vedi veggio venire vêr vidi Virgilio virtù viso vista volse vuol
Popular passages
Page 639 - Lo primo tuo rifugio e il primo ostello Sarà la cortesia del gran Lombardo , Che in su la Scala porta il santo uccello; Ch'avrà in te sì benigno riguardo, Che del fare e del chieder, tra voi due, Fia primo quel che tra gli altri è più tardo.
Page 15 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai: Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri?
Page xxxvii - Tal che di comandare io la richiesi. Lucevan gli occhi suoi più che la stella : E cominciommi a dir soave e piana, Con angelica voce, in sua favella : O anima cortese Mantovana Di cui la fama ancor nel mondo dura, E durerà quanto il moto lontana : L' amico mio, e non della ventura, Nella diserta piaggia è impedito Sì nel cammin, che volto è per paura : E temo che non sia già sì smarrito, Ch' io mi sia tardi al soccorso levata, Per quel ch' io ho di lui nel Cielo udito.
Page 14 - Da ch' hai pietà del nostro mal perverso. Di quel ch' udire , e che parlar vi piace Noi udiremo , e parleremo a vui , Mentrechè '1 vento, come fa, si tace. Siede la terra , dove nata fui , Su la marina, dove '1 Po discende Per aver pace co...
Page 15 - Farò come colui, che piange e dice. Noi leggevamo un giorno per diletto Di Lancillotto, come amor lo strinse: Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso: Ma solo un punto fu quel, che ci vinse.
Page xlii - E che gente è, che par nel duol sì vinta ? Ed egli a me : Questo misero modo Tengon 1' anime triste di coloro, Che visser senza infamia e senza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro Degli angeli che non furon ribelli, Né fur fedeli a Dio, ma per sé foro. Cacciarli i ciel per non esser men belli, Né lo profondo inferno gli riceve, Che alcuna gloria i rei avrebber d
Page 774 - Dopo tanto veder, gli affetti suoi. Vinca tua guardia i movimenti umani : Vedi Beatrice con quanti Beati Per li miei prieghi ti chiudon le mani. Gli occhi da Dio diletti e venerati, 4o Fissi nell' Orator, ne dimostraro Quanto i devoti prieghi le son grati. Indi all' eterno Lume si drizzaro, Nel qual non si dee creder che s' invii Per creatura l
Page 258 - Perché l'animo tuo tanto s'impiglia, Disse il Maestro, che l'andare allenti? Che ti fa ciò che quivi si pispiglia? Vien dietro a me, e lascia dir le genti; Sta, come torre, fermo, che non crolla Giammai la cima per soffiar de
Page 685 - Posato al nido de' suoi dolci nati La notte che le cose ci nasconde, Che, per veder gli aspetti desiati, E per trovar lo cibo onde gli pasca, In che i gravi labor gli...
Page 377 - Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso, E nel Vicario suo Cristo esser catto. Veggiolo un' altra volta esser deriso; Veggio rinnovellar 1' aceto e il fele, E tra vivi ladroni * esser anciso.