Scelta di poesie e prose di Pietro Metastasio: offerta agli studiosi della bella lingua italiana, Volume 2Lefevre, 1822 |
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Acarnesi affanni Agamennone AGLAJA allor alma altrui amico amor Andromaca Antigone Aristofane ATALIA Atene Ateniesi Baccanti bella brama Brumoy cangia carmi Ch'io ciel ciglio Clitennestra colpa commedia ha versi COSTANZA Creonte crudel d'Atene dice diletto donne dramma Ecuba Edipo Elena Elettra empio ENRICO Ercole Ermione Eschilo EUFROSINE Euripide fanciullo felice fido figlio figliuoli formano il Coro FORTUNA freme fronda fugge funeste furor GERNANDO GIOAS GIOJADA Greci guerriero infido inganni innanzi ISMAELE istesso l'azione l'onda lacci lascia madre MATAN Medea morir morte nemici Nice nocchier Nume Ocosia ognor Oh Dio opra Oreste pace padre parla Penteo periglio piacer piange pianto picciolo piè pietà PIETRO METASTASIO poeta PUBLIO ragione regno sasso scena SCIPIONE sdegno SEBIA sento serpe SIFACE SILVIA Socrate soffrir Sofocle sogno sperar spettatori sponda talor tempesta timor tiranno torna Trachine tragedia ha versi Tremar Troja trono trova vede VENDICATE virtù volto vuol
Popular passages
Page 276 - Sogni e favole io fingo; e pure in carte Mentre favole e sogni orno e disegno, In lor, folle ch'io son, prendo tal parte, Che del mal che inventai piango e mi sdegno.
Page 113 - Lungi da te m' aggiro Senza bramarti mai; Son. teco, e non mi fai Né pena nè piacer. Di tua beltà ragiono, Nè intenerir mi sento; I torti miei rammento , E non mi so sdegnar. Confuso più non sono Quando mi vieni appresso; Col mio rivale istesso Posso di te parlar. Volgimi il guardo altero , Parlami in volto umano...
Page 119 - Oh Dio! chi sa fra tanti teneri omaggi e pianti, oh Dio, chi sa se mai ti sovverrai di me! Pensa qual dolce strale, cara, mi lasci in seno: pensa che amò Fileno senza sperar mercè: pensa, mia vita, a questo barbaro addio funesto; pensa...
Page 114 - Spezzar m'intesi il core. Mi parve di morir. Ma per uscir di guai, Per non vedersi oppresso, Per racquistar se stesso Tutto si può soffrir.
Page 112 - Sento da' lacci suoi, Sento che l' alma è sciolta; Non sogno questa volta, Non sogno libertà. Mancò ì' antico ardore , E son tranquillo a segno, Che in me non trova sdegno Per mascherarsi amor. Non cangio più colore Quando il tuo nome ascolto; Quando ti miro in volto Più non mi batte il cor. Sogno, ma te non miro Sempre ne' sogni miei ; • Mi desto , e tu non sei II primo mio pensier.
Page 115 - Io lascio un incostante: Tu perdi un cor sincero: Non so di noi primiero Chi s'abbia a consolar. So che un sì fido amante Non troverà più Nice; Che un'altra ingannatrice È facile a trovar.
Page 119 - Dall'una all'altra aurora te andrò chiamando ognora; e tu chi sa se mai ti sovverrai di me! Io rivedrò sovente le amene piagge, o Nice,, dove vivea felice quando vivea con te. A me saran tormento cento memorie e cento; Ecco, dirò, quel fonte dove avvampò di sdegno, ma poi di pace in pegno la bella man mi die'.
Page 114 - De' rischi che passò. Dopo il crudel cimento Narra i passati sdegni, Di sue ferite i segni Mostra il guerrier così. Mostra così contento Schiavo che uscì di pena La barbara catena Che strascinava un dì. Parlo, ma sol parlando Me soddisfar procuro; Parlo, ma nulla io curo . Che tu mi presti fé: Parlo, ma non dimando Se approvi i detti miei, Né se tranquilla sei Nel ragionar di me.
Page 118 - Ecco quel fiero istante ; Nice, mia Nice, addio. Come vivrò, ben mio, Così lontan da te ? Io vivrò sempre in pene ; Io non avrò più bene; E tu, chi sa, se mai Ti sovverrai di me ! Soffri, che in traccia almeno Di mia perduta pace Venga il pensier seguace Su l'orme del tuo pie.
Page 246 - Si vedria che i lor nemici hanno in seno; e si riduce nel parere a noi felici ogni lor felicità.