Opere di Niccolò Machiavelli ...N. Conti, 1818 |
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adunque ajuti Albizzi alcuna amici Antipapa armi assai assalirono Astorre Gianni avendo Bellisario cacciati cagione Carlo case chè Chiesa ciascuno città cittadini consiglio Conte contenti Cosimo costui deliberarono dicti difendere dipoi Duca eglino ejus erano fece fecero figliuolo Filippo Fiorentini Firenze forze Francesco Francesco Piccinino furono fusse fussero genti Ghibellini Giovanni giudicando Gonfaloniere governo Guelfi guerra Imperatori impresa ingiuria intra Italia Jacopo Piccinino l'Imperio l'impresa lasciò Lombardia Luca Pitti Lucca Machiavelli maggior magistrati mandò medesimo Medici Messer Rinaldo mille quattrocento morì morte mossi Niccolò Fortebraccio Niccolò Machiavelli Niccolò Piccinino Niccolò Soderini nimici nuovo occupare onori ordine pace palagio Papa patria pericolo pertanto Piero pigliare plebe Pontefice popolani popolo potenza potesse poteva prese principi propinquo pubblica quod ragunò regno Repubblica Rinaldo degli Albizzi riputazione rono rovina seguì Signori Stilicone Teodosio terre Toscana trovare tumulto uomini Uzano vedere veggendo Veneziani venuto virtù Visigoti vittoria voleva Volterra zione zuffa
Popular passages
Page xxxvi - ... io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro, e domandare della ragione delle loro azioni: e quelli per loro umanità mi rispondono. e non sento per quattro ore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte, tutto mi trasferisco in loro.
Page cxliii - Ma di Firenze in prima si divisono intra loro i nobili , dipoi i nobili e il popolo, e in ultimo il popolo e la plebe; e molte volte occorse che una di queste parti rimasa superiore si divise in due.
Page cl - ... imperadore nella elezione ad aver bisogno del papa, e veniva l'imperio a perdere i gradi suoi, e la Chiesa ad acquistarli, e per questi mezzi sempre sopra i principi temporali cresceva la sua autorità. Erano stati i Longobardi dugento trentadue anni in Italia, e di già non ritenevano di forestieri altro che il nome...
Page clii - ... e' sopportavano, mancava a buona parte di loro di poter rifuggire ali' aiuto di Dio , nel quale tutti i miseri sogliono sperare; perché sendo la maggior parte di loro incerti a quale Dio dovessero ricorrere, mancando di ogni aiuto e di ogni speranza, miseramente morivano.
Page 93 - Pensate, signore, quante forze sieno necessarie a tener serva una tanta città. Quelle che forestiere voi potete sempre tenere, non bastano; di quelle di dentro voi non vi potete fidare, perché quelli che vi sono ora amici, e che a pigliare questo partito vi confortano, come eglino avranno battuti coll' autorità vostra i nimici loro, cercheranno come e
Page 101 - ... venire a sé i prigioni, con parole amorevoli e grate gli liberò; e Antonio Adimari, ancora che con suo dispiacere, fece cavaliere. Fece levare le insegne sue sopra il palagio e porvi quelle del popolo : le quali cose, fatte tardi e fuori di tempo, perché erano forzate e sanza grado, gli giovorono poco.
Page 207 - Cosimo col credito suo vacuò Napoli e Vinegia di danari in modo, che furono costretti a prendere quella pace, che fu voluta concedere loro. Delle...
Page 206 - ... servidori, nel cavalcare, in tutto il modo del vivere, e ne' parentadi, fu sempre simile a qualunque modesto cittadino ; perché e...
Page 209 - Dicendogli alcuni cittadini dopo la sua tornata dall' esilio, che si guastava la città, e facevasi contra Dio a cacciare di quella tanti uomini dabbene, rispose: Com' egli era meglio città guasta che perduta: e come due canne di panno rosato facevano un uomo da bene; e che gli stati non si tenevano con...
Page 102 - E perché tutti i sensi si sodisfacessero nella vendetta, avendo prima udite le loro querele, vedute le loro ferite, tocco le lor carni lacere, volevano ancora che il gusto le assaporasse, acciocché come tutte le parti di fuora ne erano sazie, quelle di dentro se ne saziassero ancora.