La divina commediaTruchy, Librajo, 1841 - 749 pages |
Other editions - View all
Common terms and phrases
alcun Alichino amore Angeli anime Aragona ARGOMENTO Arno assai avea Barbariccia beati Beatrice bolgia buon Cacciaguida Calcabrina canto cerchio ch'a ch'è ch'io Chè ciascun cielo città colla colui comentatori convien corpo costui Cristo d'Aquino Daniello Dante dice dietro dimanda disio divina dolce donna Duca Editore empireo Eneid erano essendo esso eterno Eunoè fece figliuolo Filippo il Bello Firenze fiume furono gente Gerusalemme ghibellini giro girone gran guelfi Inferno intende l'altro l'anima l'aquila L'Editore l'un Landino luce lume luogo Maestro mente mezzo mondo monte morte mostra muove occhi omai Ovid padre Paradiso parea parlare parole passo peccato Perocchè Piccarda piè poco poeta Poscia pria pure purga Purgatorio quei quivi raggi ragione Rifeo rispose salire santo senso senti sovra spiega spiriti Stazio stelle Tebe terra tosto veder vedere veggio Vellutello venuto verso vidi Virgilio virtù viso vista volse volte vuol dire zione
Popular passages
Page 560 - lascia pur grattar dov'è la rogna : Che se la voce tua sarà molesta Nel primo gusto, vital nutrimento Lascerà poi quando sarà digesta. Questo tuo grido farà come vento, Che le più alte cime più percuote
Page 65 - 1 punto Dell' universo, in su che Dite siede, Qualunque trade in eterno è consunto : Ed io : Maestro, assai chiaro procede La tua ragione, ed assai ben distingue Questo baratro, e '1 popol che '1 possiede. Ma dimmi : quei della palude pingue, Che mena '1
Page 359 - dov'io la lasciai. O dolce frate, che vuoi tu, eh' io dica? Tempo futuro m'è già nel cospetto, Cui non sarà quest'ora molto antica, Nel qual sarà in pergamo interdetto Alle sfacciate donne Fiorentine L'andar mostrando con le poppe il petto. Quai Barbare fur mai, quai Saracine, Cui bisognasse, per farle ir coverte, O
Page 359 - nanna. Deh, frate, or fa, che, più non mi ti celi : Vedi che non pur io, ma questa gente Tutta rimira (35) là dove '1 Sol veli. Perch' io a lui : Se ti riduci a mente, Qual (36) fosti meco, e quale io teco
Page 538 - janua reclusa? Così quel lume; ond'io m'attesi a lui : Poscia rivolsi alla mia donna il viso, E quinci e quindi stupefatto fui : Che dentro agli occhi suoi ardeva un riso Tal, ch'io pensai co' miei toccar lo fondo Della mia grazia e del mio Paradiso,
Page 358 - Nella mia col suo pianger dirotto. Con suo' prieghi devoti, e con sospiri Tratto m'ha della costa, ove s'aspetta, E liberato m'ha degli altri giri. Tant'è a Dio più cara e più diletta La vedovella mia, che molto amai, Quanto in bene operare è più
Page 528 - sempre piombo a' piedi, Per farti muover lento, com'uom lasso, Ed al sì, ed al no, che tu non vedi : Che quegli è tra gli stolti bene abbasso, Che senza distinzione afferma, o niega, Così nell'un, come nell'altro
Page 655 - Che bagni ancor la lingua alla mammella : Non perché più ch'un semplice sembiante Fosse nel vivo lume, ch'io mirava, Che tal è sempre, qual s'era davante : Ma per la vista che s'avvalorava In me, guardando, una sola parvenza, Mutandom
Page 624 - d'ogni sua parroffia ; Così fec'io poi che mi provvide La Donna mia del suo risponder chiaro, E come stella in Ciclo il ver si vide. E poi che le parole sue restaro, Non altrimenti ferro disfavilla, Che bolle, come i
Page 359 - Già per urlar avrian le bocche aperte. Che se l'antiveder qui non m'inganna, Prima fien triste, che le guance (33) impeli Colui, che mo si consola con (34) nanna. Deh, frate, or fa, che, più non mi ti celi : Vedi che non pur io, ma questa gente Tutta rimira (35) là dove '1 Sol veli.