The Divine Comedy of Dante Alighieri, Volume 2

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Harvard University Press, 1920
 

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Popular passages

Page 237 - Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso, E nel Vicario suo Cristo esser catto. Veggiolo un' altra volta esser deriso; Veggio rinnovellar 1' aceto e il fele, E tra vivi ladroni * esser anciso.
Page 87 - Era già l'ora che volge il disio ai navicanti e 'ntenerisce il core lo dì c'han detto ai dolci amici addio; e che lo novo peregrin d'amore punge, se ode squilla di lontano che paia il giorno pianger che si more; quand' io incominciai a render vano l'udire ea mirare una de l'alme surta, che l'ascoltar chiedea con mano.
Page xxxix - Dante, pacer of the shore Where glutted hell disgorgeth filthiest gloom, Unbitten by its whirring sulphur-spume — Or whence the grieved and obscure waters slope Into a darkness quieted by hope ; Plucker of amaranths grown beneath God's eye In gracious twilights where his chosen lie...
Page 353 - Donna m' apparve sotto verde manto, Vestita di color di fiamma viva. E lo spirito mio, che già cotanto Tempo era stato con la sua presenza, Non era di stupor tremando affranto. Senza degli occhi aver più conoscenza, Per occulta virtù, che da lei mosse, D' antico amor sentii la gran potenza.
Page 367 - Mai non t' appresentò natura o arte Piacer, quanto le belle membra in ch' io Rinchiusa fui, e sono in terra sparte : E se il sommo piacer sì ti fallio Per la mia morte, qual cosa mortale Dovea poi trarre te nel suo disio ? Ben ti dovevi, per lo primo strale Delle cose fallaci, levar suso Diretro a me che non era più tale.
Page 71 - O è preparazion, che nell' abisso Del tuo consiglio fai, per alcun bene In tutto dall' accorger nostro scisso ? Chè le città d' Italia tutte piene Son di tiranni, ed un Marcel diventa Ogni villan che parteggiando viene. Fiorenza mia, ben puoi esser contenta Di questa digression che non ti tocca, Mercè del popol tuo che s' argomenta. Molti han giustizia in cor, ma tardi scocca, Per non venir senza consiglio all' arco ; Ma il popol tuo l
Page 275 - Perch' io a lui : Se ti riduci a mente Qual fosti meco, e quale io teco fui, Ancor fia grave il memorar presente. Di quella vita mi volse costui Che mi va innanzi, l'altrier, quando tonda Vi si mostrò la suora di colui (E il sol mostrai): costui per la profonda Notte menato m' ha de' veri morti, Con questa vera carne che il seconda.
Page 323 - Ch' io mi son Lia, e vo movendo intorno Le belle mani a farmi una ghirlanda. Per piacermi allo specchio qui m' adorno ; Ma mia suora Rachel mai non si smaga Dal suo miraglio, e siede tutto giorno. Ell' é dei suoi begli occhi veder vaga, Com' io dell' adornarmi con le mani ; Lei lo vedere, e me l
Page 353 - Io vidi già nel cominciar del giorno La parte orientai tutta rosata, E l'altro ciel di bel sereno adorno, E la faccia del Sol nascere ombrata...
Page 359 - Non pur per ovra delle rote magne, Che drizzan ciascun seme ad alcun fine, Secondo che le stelle son compagne...

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