Scritti vari in prosa e in verso di Giuseppe Giusti per la maggior parte ineditiSuccessori Le Monnier, 1866 - 517 pages |
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affetti allora amico amore anco animo avea bella bisogna buon CANTO CANTO DECIMO CANTO QUINTO CANTO SESTO CANTO SETTIMO CANTO TRENTESIMO caro casa centocinquantaquattro certa chè chiaro e dico cielo coll Convito credo CREMA cuore d'ogni Dante detto diletto dire divina Divina Commedia dolce dolore donna doventa faccia fare figli figliuoli Firenze GANGHERO gente Ghibellini GINO CAPPONI giorno Giulebbe Giuseppe Giusti Granduca grida Guelfi idropisia Inferno invidia l'altro l'amore l'animo lascia legge lettere libro lieto lode lungo male mano medesimo mente mesto mezzo mille minchione molla mondo morte muso nuovo occhi onore oramai padre paese pare Parini parlare parole passo pensa pensiero perocchè piglia poema poesia Poeta Porcacci possa povero pure Purgatorio ragione sapere Satira scritto scrivere sente signor Sonetto Stenterello testa tira TRIPPA troppo trovato uomo vedere vegga vero versi VESPA virtù voglia voluto vuol
Popular passages
Page 236 - E cominciai : Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo, e pio. Ma dimmi : al tempo de...
Page 205 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Page 248 - SI tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade e mutai vita. Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Page 273 - Quando n' apparve una montagna bruna Per la distanza, e parvemi alta tanto Quanto veduta non n' aveva alcuna '. Noi ci allegrammo ; e tosto tornò in pianto : Che dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe' girar con tutte l' acque; Alla quarta levar la poppa in suso, E la prora ire in giù , com' altrui piacque, Infin che
Page 218 - E quel che più ti graverà le spalle, sarà la compagnia malvagia e scempia con la...
Page 277 - Diss' egli a noi, guardate ed attendete Alla miseria del maestro Adamo * : Io ebbi vivo assai di quel ch' i' volli , Ed ora, lasso! un gocciol d' acqua bramo. Li ruscelletti che de...
Page 283 - Ed egli a me : Questa montagna è tale, Che sempre al cominciar di sotto è grave, E quanto uom più va su, e men fa male. Però quand' ella ti parrà soave Tanto, che il su andar ti fia leggiero, Come a seconda giù andar per nave ; Allor sarai al fin d' esto sentiero : Quivi di riposar l
Page 266 - Quando a' vapori, e quando al caldo suolo. Non altrimenti fan di state i cani Or col ceffo, or col pie, quando son morsi O da pulci, o da mosche, o da tafani. Poi che nel viso a
Page 229 - Che il giardin dello imperio sia diserto. Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom senza cura, Color già tristi, e costor con sospetti. Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura De' tuoi gentili, e cura lor magagne, E vedrai Santafior com
Page 272 - Lo maggior corno della fiamma antica Cominciò a crollarsi mormorando, Pur come quella cui vento affatica. Indi la cima qua e là menando, Come fosse la lingua che parlasse, Gittò voce di fuori, e disse : Quando Mi diparti...