La divina commediaG. Barbèra, 1867 - 723 pages |
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alcun allora altrui amore angeli anime antichi appresso Arno avea beati Beatrice bolgia buon Cacciaguida canto canto VIII canto X canto XVI cerchio ch'a ch'è ch'io Chè che'l ciascun cielo colla colui convien corpo credo Cristo d'ogni Dante dice dietro dimanda dinanzi disio divina dolce Donna Duca empireo Eneide esso eterno Eunoè fece fiamma figlio Flegias fuoco gente Gerione Gesù Cristo Ghibellini giro girone gran grido Guelfi Inferno Intendi l'altro l'anima l'un luce lume luogo Maestro maraviglia mente mezzo mondo monte morte mosse mostra occhi omai padre Paradiso parea parlare parole passi peccato Perocchè Piccarda piè poco Poeta Poscia pria Purg Purgatorio quinci quivi raggio ragione rispose s'io santo sfere celesti sovra spiriti splendore Stazio stelle Tebe terra tosto uomo vale a dire veder Vedi veggio venire vêr vidi Virgilio virtù viso vista volse vuol
Popular passages
Page 42 - I' non so ben ridir com'io v'entrai: Tant'era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai. Ma poi ch'io fui appiè d'un colle giunto, Là ove terminava quella valle Che m'avea di paura il cor compunto. Guardai in alto e vidi le sue spalle Vestite già de' raggi del pianeta Che mena dritto altrui per ogni calle.
Page 178 - ... vanno, quando la brina in su la terra assempra l'imagine di sua sorella bianca, ma poco dura alla sua penna tempra; lo villanello a cui la roba manca, si leva, e guarda, e vede la campagna biancheggiar tutta; ond'ei si batte l'anca, ritorna in casa, e qua e là si lagna, come '1 tapin che non sa che si faccia...
Page 349 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Page 196 - Enea la nomasse ; nè dolcezza di figlio, nè la pieta del vecchio padre, nè '1 debito amore lo qual dovea Penelope far lieta, vincer potero dentro a me l'ardore eh' i' ebbi, a divenir del mondo esperto e degli vizi umani e del valore ; ma misi me per l'alto mare aperto sol con un legno, e con quella compagna picciola dalla qual non fui diserto. L'un lito e l'altro vidi insin la Spagna, fin nel Morrocco, e l'isola de' Sardi, e l'altre che quel mare intorno bagna.
Page 264 - Lo mio maestro e io e quella gente ch'eran con lui parevan sì contenti, come a nessun toccasse altro la mente. Noi eravam tutti fissi e attenti a le sue note; ed ecco il veglio onesto gridando : « Che è ciò, spiriti lenti ? qual negligenza, quale stare è questo? correte al monte a spogliarvi lo scoglio ch'esser non lascia a voi Dio manifesto ». Come quando, cogliendo biada o loglio, li colombi adunati a la pastura, queti, san/.
Page 348 - Lume v' è dato a bene ed a malizia, E libero voler, che, se fatica Nelle prime battaglie col ciel dura, Poi vince tutto, se ben si nutrica.
Page 250 - Da questa parte cadde giù dal cielo: E la terra che pria di qua si sporse, Per paura di lui fe...
Page 193 - M' ha dato il ben, ch' io stesso nol m' invidi. Quante il villan, ch'al poggio si riposa, Nel tempo che colui che il mondo schiara La faccia sua a noi tien meno ascosa, Come la mosca cede alla zanzara, Vede lucciole giù per la vallea, Forse colà dove vendemmia ed ara, Di tante fiamme tutta risplendea L' ottava bolgia, si com' io m'accorsi, Tosto che fui là 've il fondo parea.
Page 348 - Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio; e non fora giustizia Per ben letizia, e per male aver lutto.
Page 359 - E se rivolto in vèr di lei si piega, Quel piegare è amor ; quello è natura, Che per piacer di nuovo in voi si lega. Poi, come 'l fuoco muovesi in altura, Per la sua forma, ch...