La divina commedia |
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alcun allora altra amore angeli anime antichi avea beati Beatrice bella buon canto cerchio ch'è ch'io Chè chiama ciascun cielo colla color colui cominciò convien corpo credo Cristo Dante dice dietro dire disse divina dolce Donna Duca eran esso eterno face fare fece figlio fondo forma fuoco gente giro grado gran grazia grido guarda Guido Inferno Intendi intorno l'altro l'anima l'uno lascia legge luce lume Luna lungo luogo Maestro maggior male mano Maria mente mezzo mondo monte morte mosse natura nome nuovo occhi padre pare parlare parole passi pensando Pietro poco Poeta porta presso punto quei quivi raggio ragione salire santo sarà segno segue senso senti sommo spiriti stelle terra testa tornare tosto trova umana uomo vale veder Vedi veggio venire vero verso vidi Virgilio virtù viso vista viva voglia volere volte vuol
Popular passages
Page 42 - I' non so ben ridir com'io v'entrai: Tant'era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai. Ma poi ch'io fui appiè d'un colle giunto, Là ove terminava quella valle Che m'avea di paura il cor compunto. Guardai in alto e vidi le sue spalle Vestite già de' raggi del pianeta Che mena dritto altrui per ogni calle.
Page 178 - ... vanno, quando la brina in su la terra assempra l'imagine di sua sorella bianca, ma poco dura alla sua penna tempra; lo villanello a cui la roba manca, si leva, e guarda, e vede la campagna biancheggiar tutta; ond'ei si batte l'anca, ritorna in casa, e qua e là si lagna, come '1 tapin che non sa che si faccia...
Page 349 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Page 196 - Enea la nomasse ; nè dolcezza di figlio, nè la pieta del vecchio padre, nè '1 debito amore lo qual dovea Penelope far lieta, vincer potero dentro a me l'ardore eh' i' ebbi, a divenir del mondo esperto e degli vizi umani e del valore ; ma misi me per l'alto mare aperto sol con un legno, e con quella compagna picciola dalla qual non fui diserto. L'un lito e l'altro vidi insin la Spagna, fin nel Morrocco, e l'isola de' Sardi, e l'altre che quel mare intorno bagna.
Page 264 - Lo mio maestro e io e quella gente ch'eran con lui parevan sì contenti, come a nessun toccasse altro la mente. Noi eravam tutti fissi e attenti a le sue note; ed ecco il veglio onesto gridando : « Che è ciò, spiriti lenti ? qual negligenza, quale stare è questo? correte al monte a spogliarvi lo scoglio ch'esser non lascia a voi Dio manifesto ». Come quando, cogliendo biada o loglio, li colombi adunati a la pastura, queti, san/.
Page 348 - Lume v' è dato a bene ed a malizia, E libero voler, che, se fatica Nelle prime battaglie col ciel dura, Poi vince tutto, se ben si nutrica.
Page 250 - Da questa parte cadde giù dal cielo: E la terra che pria di qua si sporse, Per paura di lui fe...
Page 193 - M' ha dato il ben, ch' io stesso nol m' invidi. Quante il villan, ch'al poggio si riposa, Nel tempo che colui che il mondo schiara La faccia sua a noi tien meno ascosa, Come la mosca cede alla zanzara, Vede lucciole giù per la vallea, Forse colà dove vendemmia ed ara, Di tante fiamme tutta risplendea L' ottava bolgia, si com' io m'accorsi, Tosto che fui là 've il fondo parea.
Page 348 - Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio; e non fora giustizia Per ben letizia, e per male aver lutto.
Page 359 - E se rivolto in vèr di lei si piega, Quel piegare è amor ; quello è natura, Che per piacer di nuovo in voi si lega. Poi, come 'l fuoco muovesi in altura, Per la sua forma, ch...