Saggi danteschi

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R. Giusti, 1905 - 292 pages
 

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Page 230 - Maestro, che è tanto greve a lor, che lamentar gli fa sì forte?" Rispose: "Dicerolti molto breve. Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che invidiosi son d
Page 229 - Con lieto volto, ond' io mi confortai, Mi mise dentro alle segrete cose. Quivi sospiri, pianti ed alti guai Risonavan per 1' aer senza stelle, Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d...
Page 231 - Dio spiacenti ed a' nemici sui. Questi sciaurati, che mai non fur vivi, Erano ignudi e stimolati molto Da mosconi e da vespe eh' eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, Che mischiato di lagrime, a' lor piedi Da fastidiosi vermi era ricolto.
Page 54 - Sì, che la sua parvenza si difende, Così questo fulgor, che già ne cerchia, Fia vinto in apparenza dalla carne Che tutto dì la terra ricoperchia ; Nè potrà tanta luce affaticarne, Chè gli organi del corpo saran forti A tutto ciò che potrà dilettarne.
Page 189 - Ch' io ho veduto tutto il verno prima II prun mostrarsi rigido e feroce, Poscia portar la rosa in su la cima; E legno vidi già dritto e veloce Correr lo mar per tutto suo cammino, Perire al fine all
Page 284 - La concreata e perpetua sete Del deiforme regno cen portava Veloci, quasi come il ciel vedete. Beatrice in suso, ed io in lei guardava; E forse in...
Page 238 - Maestro, che è quel ch' i' odo? E che gent' è, che par nel duol sì vinta ? Ed egli a me: Questo misero modo Tengon l' anime triste di coloro, Che visser senza infamia e senza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro Degli angeli, che non furon ribelli, Nè fur fedeli a Dio, ma per sè foro. Cacciarli i Ciel per non esser men belli ; Nè lo profondo Inferno gli riceve, Ch' alcuna gloria i rei avrebber d
Page 273 - Tanto giù cadde, che tutti argomenti Alla salute sua eran già corti, Fuor che mostrargli le perdute genti. Per questo visitai l'uscio de' morti, Ed a colui che l'ha quassù condotto Li prieghi miei piangendo furon pòrti.
Page 59 - Anche soggiunse: II fiume, e li topazi! Ch'entrano ed escono, e il rider dell'erbe Son di lor vero ombriferi prefazii: Non che da sè sien queste cose acerbe: Ma è difetto dalla parte tua, Che non hai viste ancor tanto superbe.
Page 229 - E che gente è, che par nel duol sì vinta ? Ed egli a me : Questo misero modo Tengon 1' anime triste di coloro, Che visser senza infamia e senza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro Degli angeli che non furon ribelli, Né fur fedeli a Dio, ma per sé foro. Cacciarli i ciel per non esser men belli, Né lo profondo inferno gli riceve, Che alcuna gloria i rei avrebber d

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