Il vocabolario Carducciano: con due appendici ai vocabolarii Dannunziani e al Pascoliano dello stesso autore

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Sansoni, 1916 - 339 pages
 

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Popular passages

Page 150 - O che tra faggi e abeti erma su i campi Smeraldini la fredda ombra si stampi Al sole del mattin puro e leggero, O che foscheggi immobile nel giorno Morente su le sparse ville intorno A la chiesa che prega o al cimitero Che tace, o noci de la Carnia, addio! <"•«;•».•.•» Erra tra i vostri rami il pensier mio . _ Sognando..
Page 109 - Diretr' a me, che non era' più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso Ad aspettar più colpi, o pargoletta, O altra vanità con sì breve uso. Nuovo augelletto due o tre aspetta : Ma dinanzi dagli occhi de' pennuti Rete si spiega indarno, o si saetta.
Page 173 - No, noi non siamo, noi non vogliamo essere un museo, un albergo, una villeggiatura, un orizzonte ridipinto col blu di Prussia per le lune di miele internazionali, un mercato dilettoso ove si compra e si vende, si froda e si baratta.
Page 104 - Franco Rotta del caro pecoril la sbarra, I figli, i figli strappagli dal fianco; E del pungolo invece e della marra, D'armi li cinge dispietate e strane, E la ronca converte in scimitarra. Ali...
Page 158 - O viso dolce di pallor roseo, o stellanti occhi di pace, o candida tra' floridi ricci inchinata pura fronte con atto soave ! Fremea la vita nel...
Page 13 - I lucumoni e gli àuguri de la mia prima gente Veniano a conversar. E tu pascevi, o alivolo corridore, la biada Che ne' solchi de i secoli aperti con la spada Dal console roman Dante, etrusco pontefice redivivo, gettava; Onde al cielo il tuo florido terzo maggio esultava, Comune italian, Tra le germane faide ei salmi nazareni Esultava nel libero lavoro e ne i sereni Canti de
Page 119 - ... cur non sub alta vel platano vel hac pinu iacentes sic temere et rosa canos odorati capillos, dum licet, Assyriaque nardo potamus uncti ? dissipat Euhius curas edaces.
Page 119 - Scaevolam duobus spatiis tribusve factis dixisse 'cur non imitamur, Crasse, Socratem ilium, qui est in Phaedro Platonis? nam me haec tua platanus admonuit, quae non minus ad opacandum hunc locum patulis est diffusa ramis, quam ilia, cuius umbram secutus est Socrates, quae mihi videtur non tarn ipsa aquula, quae describitur, quam Platonis oratione crevisse...
Page 203 - Ma brillava il cielo d'un infinito riscintillamento. E la Terra fuggiva in una corsa vertiginosa per la molle strada, e rotolava tutta in sé rattratta per la puntura dell'eterno assillo. E rotolando per fuggir lo strale d'acuto fuoco che le ruma in cuore, ella esalava per lo spazio freddo ansimando il suo grave alito azzurro.

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