Prima raccolta di poesie e prose edite ed in edite ed inediteStab. tip. di A. Fontana, 1849 |
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AB ABSURDO Agapito allora altrui amico Anzi asini avea avete baffi balordi barba barbagianni bastone bella Bernardone bernesco bestia amabile biscrome bocca buon caffè cane cannocchiale cantar capelli caro cera lacca ch'è ch'io Chè Chiomonte cielo colla comperar cotal credere denti detto dico dire dottore Ecco Elefante faccia favella filantropo filosofo gambe Gatta di Masino gente giorno grosso Guadagnoli guarito L'Amico l'asino l'Elefante lasciate fare legge lettori lingua lodi Luigi Rocca lupo macchina mammalucchi mangiare mano merto mezzo minchion mondo morto naso Nissuno NORBERTO ROSA occhi occhiali ognor omai onore orecchie padrone Pagliaccio pardon parlar parole passo poeta Porco pranzo primiero progresso puff ragione ridere rose fioriranno s'io sarà scherzo schiena signori somaro sonetto stivale stupir Susa Tasso testa Toniotto Tramazzò trombone trova uomini uomo vate Vedi Venerabile Tacchino versi vie ferrate vivere voglio volete vuol XXVI
Popular passages
Page 342 - Muoiono le città, muoiono i regni, copre i fasti e le pompe arena ed erba, e l'uom d'esser mortal par che si sdegni: oh nostra mente cupida e superba!
Page 217 - Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che invidiosi son d' ogni altra sorte. Fama di loro il mondo esser non lassa, misericordia e giustizia gli sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa." Ed io, che riguardai, vidi una insegna, che girando correva tanto ratta, che d...
Page 131 - Misere labbra, che temprar non sanno con le galliche grazie il sermon nostro, sì che men aspro a' dilicati spirti e men barbaro suon fieda gli orecchi! Or te questa, o signor, leggiadra schiera...
Page 153 - 1 sonno e l'oziose piume hanno del mondo ogni vertù sbandita; ond'è dal corso suo quasi smarrita nostra natura, vinta dal costume. Ed è sì spento ogni benigno lume del ciel, per cui s'informa umana vita, che per cosa mirabile s'addita chi voi far d'Elicona nascer fiume. Qual vaghezza di lauro? qual di mirto? «Povera e nuda vai, Filosofia...
Page 262 - La bocca sollevò dal fiero pasto Quel peccator, forbendola a' capelli Del capo ch'egli avea diretro guasto: Poi cominciò : tu vnoi ch' io rinnovelli Disperato dolor, che '1 cuor mi preme, Già pur pensando, pria ch'io ne favelli. Ma se le mie. parole esser den seme , Che frutti infamia al traditor ch'io rodo, Parlare e lagrimar vedrai insieme.
Page 263 - Saùl infelice! Chi te consola? al brancolar tuo cieco Chi è scorta, o appoggio?... I figli tuoi, son muti; Duri son, crudi... Del vecchio cadente Sol si brama la morte: altro nel core Non sta dei figli che il fatal diadema, Che il canuto tuo capo intorno cinge. Su, strappatelo, su: spiccate a un tempo Da questo omai putrido tronco il capo Tremolante del padre... Ahi fero stato! Meglio è la morte. Io voglio morte...
Page 226 - Oltre all' essere onesti a tutta prova, Levato il grasso e un briciolo di bue, Che per un grasso non è cosa nova, Son belli, freschi, netti come un dado, Cosa che in gente grassa avvien di rado. Si veggono la sera e la mattina Comodamente all...
Page 266 - Giudizio della R. Camera d'Agricoltura e di Commercio di Torino e Notizie sulla patria industria compilate da Carlo Ignazio Giulio relator centrale, Torino, 1844, pag.
Page vi - Qual è, diffatto, lo scopo al quale noi tendiamo da lunga pezza, e per cui sosteniamo l'odierna lotta di vita o di morte? Noi vogliamo, dapprima, la nostra lingua. Or bene, leggete le sestine Alle Madri italiane, e vi troverete il vostro pro. Noi...