La divina commedia

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Società editrice Dante Alighieri di Algrighi, Segati & c., 1905 - 966 pages
 

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Page 48 - Ch' io non posso tacere; e voi non gravi Perch" io un poco a ragionar m' inveschi. lo son colui, che tenni ambo le chiavi Del cor di Federigo, e che le volsi Serrando e disserrando sì soavi , Che dal segreto suo quasi ogni uom tolsi: Fede portai al glorioso ufizio, Tanto ch' io ne perdei lo sonno ei polsi. La meretrice, che mai .dall...
Page 39 - Piangendo disse : se per questo cieco Carcere vai per altezza d' ingegno, Mio figlio ov' è , e perchè non è teco ? Ed io a lui : da me stesso non vegno : Colui ch' attende là per qui mi mena , Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno.
Page 206 - Arno, e sciolse al mio petto la croce, Ch' io fei di me, quando 'l dolor mi vinse : Voltommi per le ripe , e per lo fondo , Poi di sua preda mi coperse , e cinse.
Page 67 - Che passa i monti e rompe muri ed armi : '' Ecco colei che tutto '1 mondo appuzza." Sì cominciò lo mio duca a parlarmi, E accennolle che venisse a proda Vicino al fin de
Page 193 - 1 pastor di Cosenza, ch'alia caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L'ossa del corpo mio sarieno ancora In co' del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora.
Page 413 - Pareva a me che nube ne coprisse Lucida, spessa, solida e pulita, Quasi adamante che lo sol ferisse. Per entro sé l' eterna margherita Ne ricevette, com' acqua recepe Raggio di luce , permanendo unita. S'io era corpo, e qui non si concepe Com...
Page 370 - Donna m' apparve, sotto verde manto, Vestita di color di fiamma viva. E lo spirito mio, che già cotanto Tempo era stato ch' alla sua presenza * Non era di stupor, tremando, affranto, Sanza degli occhi aver più conoscenza, Per occulta virtù che da lei mosse, D' antico amor sentì la gran potenza.
Page 409 - O divina virtù, se mi ti presti Tanto che l'ombra del beato regno Segnata nel mio capo io manifesti, Venir vedra'mi al tuo diletto legno, E coronarmi allor di quelle foglie Che la materia e tu mi farai degno.
Page 351 - Un' aura dolce, senza mutamento Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento; Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U

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