Bellezze della Divina commedia di Dante Alighieri, Volumes 3-4 |
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alcuno altra altresì amore Angeli anime anzi assai atto avea aver Beati Beatrice bella bellezza buon Canto cerchio certo ch'io chiaro ciascuna cielo colla colore cominciò concetto corpo credo Cristo Dante dice diletto dire divina dolce Donna ecco esso fare fece fede figura forma forte forza giro gloria gran grazia immagine intendere l'altro l'uno lascia latino leggere leva lingua luce lume luna luogo maggior mano Maria medesimo meglio mente metafora mondo monte morte natura nome nota notare nulla nuovo occhi padre paradiso pare parlare parole passo piacere piglia poco Poeta POMP porta possa posto preso proprio prova punto pure Purg raggio ragione ROSA salire Santi segno segue senso sente sommo spiegato Spirito stelle terra TOREL torna tratto troppo trovato uomo vale varie vedere venire verbo vero verso vidi virtù vista viva voglia volte vuol
Popular passages
Page 84 - Che gli assegnò sette e cinque per diece. indi partissi povero e vetusto; E se il mondo sapesse il cuor ch'egli ebbe, Mendicando sua vita a frusto a frusto, Assai lo loda, e più lo loderebbe.
Page 264 - Lume non è, se non vien dal sereno, Che non si turba mai, anzi è tenèbra, Od ombra della carne, o suo veneno. Assai t' è mo aperta la latébra, Che t' ascondeva la giustizia viva, Di che facei quistion cotanto crebra, Chè tu dicevi : Un uom nasce alla riva Dell...
Page 312 - L' alta letizia, che spira del ventre, Che fu albergo del nostro disiro : E girerommi , Donna del Ciel, mentre Che seguirai tuo Figlio, e farai dia Più la spera suprema, perché lì entre.
Page 429 - Quale è colui, che forse di Croazia Viene a veder la Veronica nostra, Che per l'antica fama non si sazia, Ma dice nel pensier, fin che si mostra : Signor mio Gesù Cristo, Dio verace, Or fu si fatta la sembianza vostra?
Page 215 - Quaggiù, dove 1' affetto nostro langue, Mirabil cosa non mi sarà mai, Che là, dove appetito non si torce, Dico nel cielo, io me ne gloriai. Ben se' tu manto che tosto raccorce, Sì che, se non s
Page 239 - E quel che più ti graverà le spalle, sarà la compagnia malvagia e scempia con la qual tu cadrai in questa valle...
Page 49 - ... sacre bende. Ma poi che pur al mondo fu rivolta contra suo grado e contra buona usanza, non fu dal vel del cor già mai disciolta. Quest 'è la luce della gran Costanza che del secondo vento di Soave generò il terzo e l'ultima possanza.
Page 262 - Poi cominciò: Colui che volse il sesto Allo stremo del mondo, e dentro ad esso Distinse tanto occulto e manifesto, Non poteo suo valor sì fare impresso In tutto l ' universo, che il suo verbo Non rimanesse in infinito eccesso.
Page 244 - Che se la voce tua sarà molesta Nel primo gusto, vital nutrimento Lascerà poi quando sarà digesta. Questo tuo grido farà come vento Che le più alte cime più percuote: E ciò non fa d
Page 147 - INSENSATA cura de' mortali, quanto son difettivi sillogismi quei che ti fanno in basso batter l'ali ! Chi dietro a iura, e chi ad aforismi sen giva, e chi seguendo sacerdozio, e chi regnar per forza o per sofismi, e chi rubare, e chi civil negozio; chi nel diletto della carne involto s'affaticava, e chi si dava all'ozio, quando, da tutte queste cose sciolto, con Beatrice m'era suso in ciclo cotanto gloriosamente accolto.