Reminiscenze e fantasie: schizzi letterari

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Fontana, 1841 - 328 pages
 

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Popular passages

Page 293 - Come quando dall' acqua o dallo specchio Salta lo raggio all'opposita parte, Salendo su per lo modo parecchio A quel che scende, e tanto si diparte Dal cader della pietra in...
Page 277 - O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, alla mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol della tua gloria possa lasciare alla futura gente; che, per tornare alquanto a mia memoria e per sonare un poco in questi versi, più si conceperà di tua vittoria.
Page 285 - Ahi, serva Italia, di dolore ostello, Nave senza nocchiero, in gran tempesta, Non donna di provincie, ma bordello!
Page 273 - Or tu chi se' che vuoi sedere a scranna Per giudicar da lungi mille miglia Con la veduta corta d...
Page 221 - ... esse apibus partem divinae mentis et haustus 220 aetherios dixere ; deum namque ire per omnes terrasque tractusque maris caelumque profundum ; hinc pecudes, armenta, viros, genus omne ferarum, quemque sibi tenues nascentem arcessere vitas ; scilicet hue reddi deinde ac resoluta referri omnia, nec morti esse locum, sed viva volare sideris in numerum atque alto succedere caelo.
Page 47 - Cette clémence, dont on fait une vertu, se pratique tantôt par vanité, quelquefois par paresse, souvent par crainte, et presque toujours par tous les trois ensemble.
Page 295 - Io mi volsi a man destra, e posi mente All'altro polo, e vidi quattro stelle Non viste mai fuor ch'alia prima gente. Goder pareva il ciel di lor fiammelle: *sO settentrional vedovo sito, Poi che privato se...
Page 109 - Dei fido e giocondo, Or di lagrime triste e di lamenti: Come posso udir io le tue dolenti Voci, o mirar senza dolor profondo II sommo imperio tuo caduto al fondo, Tante tue pompe e tanti pregi spenti? Tal. così ancella, maestà riserbi, E sì dentro al mio cor suona il tuo nome, Ch' i tuoi sparsi vestigi inchino e adoro.
Page 248 - Lethes iam propioris aquas. nulla recordanti lux est ingrata gravisque ; 5 nulla fuit cuius non meminisse velit. ampliat aetatis spatium sibi vir bonus : hoc est vivere bis, vita posse priore frui.
Page 281 - D' intagli sì, che non pur Policreto, Ma la natura lì avrebbe scorno. L' angel che venne in terra col decreto Della molt' anni lagrimata pace, Che aperse il ciel dal suo lungo divieto, Dinanzi a noi pareva sì verace Quivi intagliato in un atto soave, Che non sembiava imagine che tace. Giurato si saria ch' ei dicesse : Ave ; Perocchè ivi era immaginata quella, Che ad aprir l

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