La divina commedia, Volume 3, Part 1Pei Fratelli Mattiuzzi, 1827 |
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alcuna Alighieri allora Arezzo Arno Arrigo avea avesse Azzo Beatrice bella Biagioli Boccaccio Bonifazio buon Cacciaguida cacciato cardinale Carlo Carlo d'Angiò Carlo di Valois Carlo Martello castello chiama chiesa città cittadini colla comento Commedia conte corona Corso Donati costumi Dante detto dice Divina Divina Commedia donna ebbe erano essendo famiglia fazione fece Federico Federigo figlio figliuolo Filippo Filippo il Bello Fiorentini Firenze Francesco Francia frate fratello furono gente Ghibellini Ginguené giorno Giovanni governo gran Guelfi guerra Guido Guido da Polenta imperatore Inferno Italia Jacopo l'Anonimo lasciò Lombardia Manfredi Mantova marchese medesimo messer morì morte nimici nobili nome onore padre papa patria Pietro podestà poema poeta pontefice popolo potè prese Purg ragione Ravenna regno Romani scrive secolo Sicilia Siena signore terra Toscana trova uomini uomo vedere veggio venuto verso VIII Villani Virgilio virtù vizj دو وو
Popular passages
Page xlviii - Mirate la dottrina che s' asconde Sotto il velame degli versi strani. E già venia su per le torbid' onde Un fracasso d' un suon pien di spavento, Per cui tremavano ambo e due le sponde ; Non altrimenti fatto che d...
Page 583 - Se voler fu, o destino, o fortuna, Non so; ma, passeggiando tra le teste, Forte, percossi il piè nel viso ad una.
Page 181 - Legno senza vela e senza governo, portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertà. E sono vile apparito agli occhi a molti, che forse per alcuna fama in altra forma mi aveano immaginato; nel cospetto de...
Page 507 - Diss' egli a noi, guardate e attendete Alla miseria del maestro Adamo : Io ebbi vivo assai di quel eh' io volli, E ora, lasso ! un goccio! d' acqua bramo. Li ruscelletti, che de...
Page 613 - Ciascun , che della bella insegna porta Del gran Barone , il cui nome e il cui pregio La festa di Tommaso riconforta , Da esso ebbe milizia e privilegio , Avvegna che col popol si rauni Oggi colui che la fascia col fregio.
Page xlviii - Io venni in luogo d'ogni luce muto, che mugghia come fa mar per tempesta, se da contrari venti è combattuto.
Page 329 - Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor del Regno, quasi lungo il Verde, Dov' ei le trasmutò a lume spento.
Page xlvii - PER me si va nella città dolente : Per me si va nell' eterno dolore : Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto Fattore : Fecemi la divina Potestate, La somma Sapienza e il primo Amore. Dinanzi a me non fur cose create, Se non eterne ; ed io eterno duro : Lasciate ogni speranza, voi eh' entrate." Queste parole di colore oscuro Vid' io scritte al sommo d' una porta ; Per eh' io : Maestro, il senso lor m
Page 369 - Oh miseri e vili che colle vele alte correte a questo porto: e là dove dovreste riposare, per lo impeto del vento rompete, e perdete voi medesimi là ove tanto camminato avete ! Certo il cavaliere Lancillotto non volle entrare colle vele alte, né il nobilissimo nostro Latino Guido Montefeltrano.
Page 275 - A' miei portai l'amor che qui raffina. O, dissi lui, per li vostri paesi «*» Giammai non fui; ma dove si dimora Per tutta Europa, ch'ei non sien palesi ? La fama che la vostra casa onora, •*« Grida i signori, e grida la contrada, Sì che ne sa chi non vi fu ancora. Ed io vi giuro, s'io di sopra vada, •*> Che vostra gente onrata non si sfregia Del pregio della borsa e della spada.