Storia civile nella letteraria

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E. Loescher, 1872 - 555 pages
 

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Page 99 - Perché da quest'opera io mi sento avere vestito un nuovo uomo, e pruovo rintuzzati quegli stimoli di più lamentarmi della mia avversa fortuna, e di più inveire contro alla corrotta moda delle lettere, che mi ha fatto tale avversa fortuna, perché questa moda, questa fortuna mi hanno avvalorato ed assistito a lavorare quest'opera.
Page 3 - ... suoi elementi, ingentilisce la fantasia con le sue delicate figure come con tanti disegni descritti con sottilissime linee, e fa spedito l'ingegno in dover correrle tutte, e tra tutte raccoglier quelle che bisognano per dimostrare la grandezza che si domanda; e tutto ciò per fruttare, a tempo di maturo giudizio, una sapienza ben parlante, viva ed acuta.
Page 345 - II contino Algarotti era un ingegnino di quelli che, ripetendo, non condensano le idee altrui, ma coagulano; un di que' troppi che nel secol passato e nel nostro fecero l'Italia pedantescamente serva alle esotiche leggerezze.
Page 121 - Sicut enim in uno corpore multa membra habemus, omnia autem membra non eundem actum habent ; 5. Ita multi unum corpus sumus in Christo, singuli autem alter alterius membra.
Page 104 - ... tempi ignudi d'ogni umano vestigio: nel doppio senso della parola egli è vate. E dal fumo da luce, dalle metafisiche astrazioni trae immagini vive: raccontando ragiona; e ragionando dipinge: e per le cime de' pensieri non passeggia ma vola; onde in un suo periodo sovente è più estro lirico che in odi molte.
Page 197 - Commedie de' nostri tempi sono più castigate dell'altre più antiche, e che con l'attenzione si possono ridurre allo stato che si desidera dagli uomini da bene e pratici del mondo, e che per lo contrario non è sperabile, o ottenibile che i teatri si...
Page 216 - Morte d'Adamo, vista attraverso al cristallo appannato della lingua francese, gli lasciasse indovinare le sue native bellezze per modo da innamoramelo, e da ispirargli quella traduzione che è una delle più care cose che il Gozzi abbia scritte.
Page 257 - Egli se n'avvide e fu lieto per amore della solitudine. Tutte le voglie ebbe in suo cuore; le vinse; si lusingò che fosse virtù ; ma esaminandosi, trovò che gli morirono in corpo per la picciola fortuna. Ne rise, e s'invogliò di vedere quali effetti facciano in diversi animi stimoli a
Page 405 - Niuno di loro perdoné a fatiche od a spese per concitar gl'ingegni italiani allo studio delle scienze e dell' arti ; quegli in maggiore, questi in minore fortuna; entrambi con animo egualmente -grande. Né quegli né questi colla brevità della vita le azioni misurò del suo zelo, né permise che in quella stessa tomba in cui dovean racchiudersi le sue ceneri, fosse ristretta ancora la sua provvidenza. Risguardarono entrambi all'età future, e meritarono degli uomini che ancor non erano, quegli...
Page 400 - E ben potea credersi che tante fatiche stancar dovessero il nostro Lorgna, e tanta lode saziarlo, e quasi chiamarlo ad onesto riposo. Ma l'invitta sua diligenza invigoriva per disagio, e rinfiammavasi con la gloria.

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