La Divina commedia, Volume 2

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M. Guigoni, 1873
 

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Page 311 - Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Page 157 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Page 74 - Io vidi quello esercito gentile Tacito poscia riguardare in sue, Quasi aspettando pallido ed umile; E vidi uscir dell' alto, e scender giue Due angeli con due spade affocate, Tronche e private delle punte sue. Verdi, come fogliette pur mo nate, Erano in veste, che da verdi penne Percosse traean dietro e ventilate. L...
Page 280 - Fuor se' dell' erte vie, fuor se' dell' arte. Vedi là il sol che in fronte ti riluce; Vedi l' erbetta, i fiori e gli arboscelli, Che questa terra * sol da se produce Mentre che vegnon lieti gli occhi belli, Che lagrimando a te venir mi fenno, Seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più, nè mio cenno. Libero, dritto, sano è tuo arbitrio, E fallo fora non fare a suo senno; Perch' io te sopra te corono e mitrio.
Page 282 - Un'aura dolce, senza mutamento Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento; Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U...
Page 202 - Veggio rinnovellar l' aceto e il fele, E tra nuovi ladroni essere anciso. Veggio il nuovo Pilato si crudele, Che ciò noi sazia, ma senza decreto Porta nel Tempio le cupide vele. O Signor mio, quando sarò io lieto A veder la vendetta, che nascosa Fa dolce l...
Page 6 - Vidi presso di me un veglio solo, Degno di tanta reverenza in vista, Che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista Portava, a' suoi capegli simigliante, De' quai cadeva al petto doppia lista.
Page 143 - Come quando dall' acqua o dallo specchio Salta lo raggio all' opposita parte., Salendo su per lo modo parecchio A quel che scende, e tanto si diparte Dal cader della pietra in igual tratta...
Page 310 - Perchè sia colpa e duol d' una misura. Non pur per ovra delle ruote magne, Che drizzan ciascun seme ad alcun fine. Secondo che le stelle son compagne; Ma per larghezza di grazie divine, Che si alti vapori hanno a lor piova, Che nostre viste là non van vicine, Questi fu tal nella sua vita nuova Virtualmente, ch'ogni abito destro Fatto averebbe in lui mirabil pruova. Ma tanto più maligno e più silvestro Si fa il terren col mal seme e non colto, Quant' egli ha più di buon vigor terrestro.
Page 173 - L' animo, ch' è creato ad amar presto, Ad ogni cosa è mobile che piace, Tosto che dal piacere in atto è desto. Vostra apprensiva da esser verace Tragge intenzione, e dentro a voi la spiega, Sì che 1

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