The Purgatorio of Dante Alighieri Rendered Into Spenserian EnglishMethuen & Company, 1905 - 304 pages |
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The Purgatorio of Dante Alighieri: Rendered Into Spenserian English (Classic ... C. Gordon Wright No preview available - 2015 |
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Æneid alcun allor alto altra altre altri altro amor ancor andar anima avea Beatrice buon cagion CANTO Charles of Anjou Charles of Valois Chè che fu che il ciascun ciel ciò colui cominciò convien Così cura Dante dicea dinanzi diretro diss disse dolce Donna doth Duca e'en eran esser esso eternal eyes faccia fatto fece foco fummo fuor gente Ghibelline gran Guido haply hast hath Heaven innanzi intorno loco lume Maestro meco mondo monte mount notte occhi ogni omai ombra parea parlar parole passi perchè piè più poco Poscia presso pria può quale quei Quivi quoth retro rispose salir sempre shades Sordello soul spake Statius suso sweet tempo terra thee thou tosto turned tutta tutte tutto veder vedi verso vidi Virgil Virgilio virtù viso vita voglia voler volsi vuol
Popular passages
Page 128 - Esce di mano a Lui, che la vagheggia Prima che sia, a guisa di fanciulla, Che piangendo e ridendo pargoleggia, L' anima semplicetta, che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla. Di picciol bene in pria sente sapore ; Quivi s' inganna, e dietro ad esso corre, Se guida o fren non torce suo amore.
Page 128 - Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio, e non fora giustizia, Per ben letizia, e per male aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia Non dico tutti; ma posto ch...
Page 58 - Era già l'ora che volge il disio ai naviganti e intenerisce il core lo di c'han detto ai dolci amici addio; e che lo novo peregrin d'amore punge, se ode squilla di lontano che paia il giorno pianger che si more, quand'io incominciai a render vano l'udire ea mirare una dell'alme surta che l'ascoltar chiedea con mano.
Page 24 - Poscia cb' i' ebbi rotta la persona Di due punte mortali, io mi rendei Piangendo a quei che volentier perdona. Orribil furon li peccati miei; Ma la bontà infinita ha si gran braccia, Che prende ciò, che si rivolge a lei. Se il pastor di Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora.
Page 246 - Perché sia colpa e duol d'una misura. Non pur per opra delle rote magne. Che drizzan ciascun seme ad alcun fine. Secondo che le stelle son compagne; Ma per larghezza di grazie divine.
Page 142 - E se rivolto in vèr di lei si piega, Quel piegare è amor ; quello è natura, Che per piacer di nuovo in voi si lega. Poi, come 'l fuoco muovesi in altura, Per la sua forma, ch...
Page 24 - Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor del Regno, quasi lungo il Verde, Dov' ei le trasmutò a lume spento.
Page 272 - Ch' hai seguitata, e veggi sua dottrina Come può seguitar la mia parola ; E veggi vostra via dalla divina Distar cotanto, quanto si discorda Da terra il ciel che più alto festina. Ond' io risposi lei : Non mi ricorda Ch' io straniassi me giammai da voi, Nè honne coscienza che rimorda.
Page 34 - I' animo tuo tanto s' impiglia, Disse il Maestro, che l'andare allenti? Che ti fa ciò che quivi si pispiglia? Vien retro a me, e lascia dir le genti; Sta come torre ferma, che non crolla Giammai la cima per soffiar de
Page 248 - Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...