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LA FANTASIA.

Le sue visioni narrando, il Poeta sale ai principii della filosofia umana e divina de' quali era ispirato, e senza i quali non s'ha del suo verso nè piena nè vera intelligenza. Additiamoli.

moto dell'imaginazione può essere e nel senso e senz'esso (1). La falsità non è propria al senso ma alla fantasia (2). La visione intellettuale non si fa secondo similitudini corporali e individuali; ma si fa secondo alcuna similitudine intelligibile. La quale similitudine intelligibile nella rivelazione profetica alcuna volta è immediatamente impressa da Dio (3): alcun' altra risulta dalle forme imaginate, ma illuminate dall' alto, perchè da esse forme ima

L'atto della fantasia è causato dall'atto del senso (1).— L'anima dell' uomo quaggiù ha di bisogno di volgersi a' fantasmi perchè al corpo è legata, e in certo modo dipende da esso (2). - L'operazione intellettiva dipende in noi dalla sensitiva, perchè non possiamo intendere senza fan-ginate discernesi più sottilmente il vero superno. tasma, come è detto nel terzo dell'anima; il quale fantasma non è senza gli organi corporali (3). Le specie ricevute nell' imagine e nel senso hanno condizioni materiali (4). L'imaginazione è più alta potenza che il senso (5). Il fine della potenza intellettiva non è conoscere i fantasmi, ma le specie intelligibili le quali essa apprende da' fantasmi e ne' fantasmi (6). · I fantasmi sono all'anima intellettiva, come i colori alla vista (7). La fantasia o imaginazione è quasi un tesoro delle forme ricevute dal senso (8).

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Dai passi recati hanno lume i versi seguenti e più da quelli che a loro soggiungeremo: O imaginativa..... Chi muove (9) te, se il senso non ti porge? Muoveti lume (10) che dal ciel s' informa, Per sè, o per voler che giù lo scorge (11).

La forma d'ogni cosa sensibile è inferiore all' uomo; onde per essa non si perfeziona l'intelletto se non in quanto essa forma partecipa della somiglianza d'altri oggetti che è il lume intelligibile superiore all' intelletto umano (12).— L'informazione è unione, cioè la massima delle assicuranze. Ogni informazione della materia, o è immediatamente da Dio o da alcuno agente corporale (13). I fantasmi muovono la mente (14). –

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Altrove: Nella cognizione umana due cose conviene considerare, cioè il ricevimento (4) e rappresentazione delle cose, e il giudizio delle cose rappresentate. Or quando rappresentansi alla mente le cose secondo loro specie e secondo l'ordine di natura, primieramente bisogna che le specie rappresentinsi al senso, indi all' imaginazione, indi all' intelletto possibile, sul quale fanno impressione le specie de' fantasmi secondo che le illustra l'intelletto agente. Nell'imaginazione poi sono non solo le forme delle cose sensibili come vengono ricevute dal senso, ma le si trasmutano in varii modi, o per mutazione corporale, siccome accade nei dormenti o negli alterati di mente; o anche per opera della ragione dispongonsi i fantasmi in ordine intellettivo. Perchè siccome dal vario congegno delle medesime lettere hannosi significati diversi, così per la diversa disposizione de' fantasmi diverse specie intelligibili nell' intelletto risultano.... Se ad alcuno si faccia, per virtù superna, rappre sentazione d' alcune cose per similitudini imaginarie come a Faraone, a Nabucodonosor, o per corporee come a Baldassarre, cotesta non è profezia, se non sia illuminata la mente di lui a giudicare il veduto. Onde cotesta da taluni è chiamata estasi vaticinante.... (5).

(1) Som., 1, 77. (4) Som., 1, 14.

de Anim., III.

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(2) Som., 3, 11. (3) Som., 2, 1, 3 e 4. (5) Som., 3, 30. (6) Som., 3, 11. (7) Arist., (8) Som., 1, 78. (9) Arist., de Anim., II: Imaginatio motus quidam videtur esse, et non sine sensu fieri.- (10) Som., 2, 2, 173: Per la rivelazione aggiungesi alla mente alcun che sopra le sue naturali facoltà.... per influsso di lume intellettuale. (12) Som., 2, 1, 3. (11) Purg., XVII. (13) Som., 1, 110. (14) Som., 3, 9.

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(1) Arist., de Anim., II.- (2) Arist. Met., IV. Purg., XV: Quando l'anima mia tornò di fuori, Alle cose che son fuor di lei vere, I' riconobbi i miei non falsi errori. L'apparizione era di verità ideale non materiale, e qui errore vale non fallo al vero ma divagazione della mente nel senso proprio della voce latina.- (3) Muoveti lume che dal ciel s' informa, Per sẻ.... (Purg., XVII). (4) Purg., XVII: E qui fu la mia mente si ristretta Dentro da sẻ, che di fuor non venia Cosa che fosse ancor da lei recetta.- (5) Purg., XV: Mi parve in una visione Estatica di subito esser tratto.

Distinguonsi le rivelazioni delle cose incognite ad avvenire in quattro specie: di fatto, di parola, di visione, di sogno (1). E in questa Cantica abbiamo, a dimostrazione del bene e ad espiazione del male, figure impresse che tacendo raccontano esempi di fatti memorandi; abbiamo parole volanti, che sono anch'esse memoria e ammonizione; poi visione estatica, e sogni. E notisi che l' una visione è inchiusa nell' altra, come cerchio in cerchio, dacchè tutto il viaggio del Poeta è una visione ed un sogno, durante il quale gli si rappresentano altre visioni e altri sogni. La visione che viene all'uomo vegliante è, dice Tommaso, di più alto grado che il sogno. E quanto ai segni imaginabili da’ quali la verità intelligibile è espressa, perchè i segni più espressi d'essa verità sono le parole, però più alto grado di rivelazione pare che sia quando l'uomo ode parole esprimenti l'intelligibile verità o vegliando o dormendo, che quando vede cose significative del vero. Nei quali segni, però, tanto è rivelazione più alta quant' essi sono più manifesti. In terzo luogo, ancora più alto grado di rivelazione è quando l'uomo vede, o vegliando o dormendo, non segno di parole e di fatti, ma persona che seco parla o gli addita alcuna cosa; con che si dimostra che la mente di lui più s'appressa alla causa rivelante. In quarto luogo, aggiunge all'altezza della visione la qualità di chi appare: che se, in specie, d'angelo, è più che se d'uomo. Sopra tutti però questi gradi l'altissimo è quando l' intelligibile verità e sopranaturale si mostra senza l'imaginaria visione (2). Questo passo disegna i gradi e i ripiani della montagna di Dante, che dalle sculture salendo alle voci di spiriti incogniti, e da queste alla vista e ai canti degli Angeli, e alla visione di figure simboliche e di persone storiche le quali seco ragionano e l'ammaestrano, tocca quel supremo confine dal quale egli spicca il volo a vedere la verità inenarrabile e immemorabile, perchè sgombra d' imagini.

Anche qui l'alta poesia con la filosofia si concordano potentemente: che, sebbene nel suo Paradiso Dante a ogni tratto ripeta d'aver visto cose che lingua non può ridire nè memoria ritenere; e sebbene in questa stessa sublimità pura d'ogni nube di fantasmi colorati ai raggi del vero, egli trovi l'arte di fare evidente il suo dire, ed elegga imagini che dimostrano vivamente l' impossibilità del servirsi d'imagini; e sebbene a questo grado di poesia l'arte umana non sia mai pervenuta; ciò non pertanto egli è a confessare che appunto per essere arte umana, in quell' etere così sottile la non ci può vivere lungamente. E la scienza stessa insegna che nelle cose naturali meglio è la visione con fantasmi (3). E però Dante, e tutti i grandi poeti, il concetto e l'affetto vestono sempre d' imagini; laddove i più de' moderni, non sapendo incarnare in enti vivi il

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pensiero, lo lasciano o ondeggiare come nuvola o come scheletro giacere.

Ma anco senza salire tant'alto, questa de' sogni dal Poeta veduti è dottrina ragionatamente dichiarata da' pensieri seguenti: Ne' sogni il corpo si dispone e l'imaginazione s'informa secondo quella passione che il cuore sostiene (1). Talvolta occorrono alla fantasia dell' uomo dormendo, le cose intorno alle quali la cognizione e l' affezione di lui s'intrattenne vegliando (2). L' imaginazione del dormente è immutata o dall'aria ambiente, o dall'impressione di corpo celeste (3), onde al dormente appariscono fantasie conformi alle celesti disposizioni. Ma la spiritual causa de' sogni è anche da Dio che per ministerio degli Angeli rivela alcune cose agli uomini in sogno. — Quando si fa rivelazione secondo forme imaginarie, ciò non si può senza astrazione da' sensi, sicchè tale apparizione di fantasmi non si riferisca alle cose che di fuori si sentono (4). Ma l'astrazione da' sensi talvolta si fa perfettamente si che nulla l'uomo percepisca pe' sensi. Talvolta imperfettamente, che qualcosa da' sensi riceve, ma non pienamente discerne quel che gli viene da essi e quello che imaginabilmente egli vede. Ma tale astrazione nella rivelazione non si fa in maniera disordinata, come negli alterati di mente, sibbene per cagione ordinata, o naturale, siccome in sogno; o spirituale, come per il vigore dell' anime contemplanti o per divina virtù che rapisca.

In Dante questo vigore d'astrazione, e, come lo chiama la Bibbia, eccesso di mente, era quasi natura, dacchè nella Vita Nuova: Amore gli appare come pellegrino nella sua imaginazione: ed altrove: imaginando, Di conoscenza e di verità fora, Visi di donne m'apparver cruciati (5). E fin là dove ragiona della rivelazione altissima, con l'usata sua temperanza Tommaso concede quello che ci può essere alcuna volta di umanamente spiegabile: Sovente a dare a conoscere la verità bastano fantasmi che in alcun modo comune deduconsi per astrazione da' sensi, nè chiedesi imaginaria visione sopra natura (6). L'uomo quand'è astratto dall' apprensione delle cose sensibili, dicesi rapito, anco che sia elevato a quelle cose alle quali è naturalmente ordinato (7). Dei fantasmi o ricevuti dal senso secondo l'ordine naturale, o divinamente nell' imaginazione formati tanto sarà più eccellente la cognizione intellettuale, quanto nell' uomo il lume intelligibile sarà più forte (8). -A chi dimostravansi in ispirito segni per similitudini corporali, se non s' aggiungeva l'uffizio della mente, lume profetico per anco non c'era (9).

(1) Passavanti.- (2) Som., 2, 2, 95.- (3) Purg., XVII: Lume che nel ciel s'informa Per sè, o per voler che giù lo scorge.- (4) Purg., XVII: Di fuor non venia Cosa...- XV: Quando l'anima mia tornò di fuori Alle cose che son fuor di lei vere.... (5) Ivi: Nel cominciamento dello errare che fece la mia fantasia apparvero a me certi visi di donne scapigliate. (6) Som., 2, 2, 174. (7) Som., 2, 2, 175. (9) Aug., Gen. ad lit., XII.

(8) Som., 1, 1, 12.

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