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ossa e la lingua. E ciò dimostrava com'era stato giustissimo uomo, e giustamente avea parlato. E santo Grigorio ord per lui a Dio. E dicesi, per evidente miracolo, che per li preghi di questo santo Papa l'anima di questo imperatore fu liberata dalle pene dell' inferno (1). Il Baronio (2) e il Bellarmino (3) dicono favolosa la storia narrata da Paolo diacono (4), da s. Tommaso (5). Dione Cassio e Sifilino attribuiscono ad Adriano l'azione detta, ma la tradizione la dona a Traiano. L'Ottimo: Anno della natività di Cristo DLXXXI Gregorio dottore.... sedè papa anni tredici . . . . con vigilie, digiuni ed orazioni impetrò (6) dalla misericordia di Dio, che l'anima del detto Traiano, esente dallo inferno, volendo fare penitenza e riconoscere Dio fu restituita al corpo mortale (7), nel quale.... con li sussidii del beato Gregorio, meritò l'eterna vita. Ma il detto Gregorio eleggendo di volere anzi qui, che in Purgatorio mondarsi di quello che aveva chiesto si fatto dono, tutto il rimanente della sua vita langui in letto d' ogni generazione d'infermitati, le quali con somma pazienza comportò sempre laudando Dio.

(1) Di ciò nel XX del Paradiso. (2) Tom. VIII, an. 601. (3) II, de Purg., cap. 8. - (4) V. Greg., 1. II, cap. 44. (5) Som. Sup, 76. (6) Damasc., Serm. de Def.: Gregorio orando per Traiano udi voce dicente: Intesi la tua prece e do perdono a Traiano. (7) Il Supplemento alla Somma (76) dice Traiano o risorto per ravvedersi, o solamente sospesagli in fino al giudizio la pena.

Lo scudo d'Enea è luce riflessa dello scudo d'Achille: se non che Virgilio restringendosi a Roma, e nel capo del piccolo mondo cognito allora rinserrando l' universo, impiccolisce l' idea d' Omero, che in quell' arnese di guerra rappresenta e la guerra e la pace, e la famiglia e la nazione, e, qual egli la vedeva, la storia delle umane società. Or paragoninsi alle imagini de' due scudi le sculture e le visioni di Dante, dico nel loro rispetto storico e sociale, e si vedrà che gran passi abbia per il Cristianesimo fatti lo spirito umano, lo spirito umano'che nel Paganesimo s'era in assai cose venuto da Omero a Virgilio restringendo e abbassando. E già senza lo scudo d' Enea i bassi rilievi di tante magnifiche chiese per tutta Europa disseminate, come fiore di germe celeste aprentesi al raggio cristiano, offrivano a Dante il concetto di queste imagini; alle quali egli aggiunge, come signore della parola, e poeta veramente, cioè creatore, aggiunge il parlare vivo che spira visibile dalla pietra. Agostino dice: Le cose tutte di questo mondo sono parole visibili (1); e altrove: Col nome di voce s'intende ogni simbolo (2). E Tommaso: Nella scienza sacra non solo le parole ma le cose significano altre cose (3). E questo è in tutte le scienze, anco umane, chi nelle cose sappia leggere e meditare.

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CANTO XI.

Argomento.

Tra' superbi trova un conte senese, e Oderigo da Gubbio, miniatore celebre, ma vinto già da Franco Bolognese. Di qui prende occasione a gridare la vanità della gloria mondana. Conosce da ultimo un altro Senese, a cui gl'indugi al pentirsi furono perdonati in grazia d'un'opera virtuosa, dell'essersi umiliato a chiedere aiuto per far bene all'amico. Tanto potere dava alla beneficenza il Poeta, e tanto il chiedere gli pareva duro. E qui accenna a simili umiliazioni che a lui faranno l'esilio più amaro.

Canto non forte d'invenzione, ma di concetto e di stile.

Nota le terzine 1 alla 5; 9, 10, 11, 13, 14, 16, 19, 20, 21, 25, 26, 29, 31; 34 alla 37; 39, 40; le ultime tre.

1. « O Padre nostro, che ne'cieli stai,

» Non circonscritto, ma per più amore
» Ch' ai primi effetti di lassù tu hai;

2. » Laudato sia 'l tuo nome e il tuo valore
» Da ogni creatura, com'è degno
» Di render grazie al tuo dolce vapore.

3. » Vegna vêr noi la pace del tuo regno; » Chè noi ad essa non potém da noi,

» S'ella non vien, con tutto nostro ingegno. 4. » Come del suo voler gli Angeli tuoi

» Fan sacrificio a te, cantando Osanna; » E così faccian gli uomini de' suoi. 5. » Dà oggi a noi la cotidiana manna, » Senza la qual per questo aspro diserto » A retro va chi più di gir s' affanna.

1. (L) EFFETTI: creature celesti.

(F) PADRE. Som.: Religione dicesi per eccellenza pietà in quanto Dio è per eccellenza padre. - Matt., VI, 9 e seg. Preghiera conveniente a purgar la superbia, poichè si conosce in essa l'altezza di Dio, a lui si reca ogni gloria; il suo regno invocasi, non l'umano; e, che più pesa all' orgoglio, si perdona ogni offesa. Bene sta che la preghiera che nel primo entrare del Purgatorio cantano queste, quasi in nome di tutte le anime fatte salve, sia dallo stesso Salvatore dettata. CIRCONSCRITTO. Reg., III, VIII, 27: Il cielo e i cieli de' cieli non possono capire te. Greg., Hom. XXXIV: Circoscritto è lo spirito angelico, ma lo Spirito sommo, che è Dio, non è circoscritto. Ambr., Præf. ad Miss.: Incircumscriptus. EFFETTI. Per creature nel Convivio. Som.: L'esser creato è proprio effetto di Dio. fetti di Dio.

2. (L) VAPORE: spirito.

Gli ef

(SL) VALORE. Arnaldo (Purg., XXVI, t. 49), parlando della divina virtù, la chiama valore. Par., XXVI,

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