1274 Età IX Li si vedrà la superbia che asseta, Che fa lo Scotto e l'Inghilese folle Sì, che non può soffrir dentro a sua meta. Odoardo in fatti fu gran conquistatore, e aggiunse a'suoi dominj il paese di Galles, e d'indi in qua rimase a' primogeniti dei re il titolo di Principi di Galles. Nell'anno stesso Guido di Monforte uccise nella Chiesa di Viterbo Enrico figlio di Riccardo re de' Romani, e nipote d'Enrico III. re d'Inghilterra. Mostrocci un' ombra dall' un canto sola, Lo cor che in sul Tamigi ancor si cola (Inf. XII. 118.) Rodolfo riconosciuto Imperadore. (Par. XII. 127.) e san Tommaso d'Aquino, avvelenato per tradimento, come il poeta, ed altri credevano, da Carlo d'Anjou perchè non andasse al Concilio di Lione. Rispinse al Ciel Tommaso, per ammenda. (Purg. XX. 69. In questo anno Dante vide per la prima volta Bice figlia di Folco Portinari : Tosto che nella vista mi percosse (Purg. XXX. 40.) « A'miei occhi apparve prima la gloriosa donna della mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice, li quali non sapevano che si chiamare. Ell'era in questa vita già stata tanto, che nel suo tempo il cielo stellato era mosso verso la parte d'Oriente delle dodici parti 1275 Elà X ed l'una del grado; sicchè quasi dal principio del suo anno nono apparve a me, ed io la vidi quasi al fine del mio. Ed apparvemi vestita di nobilissimo colore, umile, onesto, sanguigno : cinta, ed ornata alla guisa, che alla sua giovanissima età si convenia. In quel punto dico veramente che lo spirito della vita, il qual dimora nella segretissima camera del cuore, cominciò a tremar si fortemente, che appariva nelli menomi polsi orribilmente, e tremando disse queste parole: Ecce Deus fortior me: veniens dominabitur mihi. » D'allora innanzi, dico, che amore signoreggiò l'anima mia, la quale fu si tosto a lui disposata, e cominciò a prender sopra a me tanta sicurtade, e tanta signoria per la virtù che gli dava la mia immaginazione, che mi convenia far tutti li suoi piaceri compiutamente. Egli mi comandava molte volte, che io cercassi per vedere questa angiola giovanissima, onde io, nella mia puerizia, molte volte l'andai cercando, e vedevola di si nuovi, e laudevoli portamenti, che certo di lei si poteva dire quella parola del poeta Omero: Ella non pareva figliola d'uom mortale, ma di Dio. Ed avvegnachè la sua immagine, la quale continovamente stava, fosse baldanza d'amore a signoreggiarmi; - tuttavia era di si nobile virtù, che nulla volta sofferse, che amore mi reggesse, senza il fedele consiglio della ragione, in quelle cose ove tal consiglio fosse utile a udire. » (Vita Nuova). Pier della Broccia fatto morire da Filippo III. di Vidi conte Orso, e l'anima divisa (Purg. VI 19.) Quando io udii nomar sè stesso il padre E senza udire e dir pensoso andai Ed egli a me: Tu lasci tal vestigio Ma se le tue parole or ver giuraro, Morte di Papa Adriano V. (Purg. XXVI. 92.) Scias, quod ego fui successor Petri. Un mese e poco più provai io come La mia conversione, omè! fu tarda; Ma come fatto fui Roman Pastore, Così scopersi la vita bugiarda. Io m'era inginocchiato, e volea dire. Qual cagion, disse, in giù così ti torse? Drizza le gambe, e levati su, frate, (Purg. XIX. 99.) 1278 Età XIII Morte di Ottocaro re di Boemia. 1279 Eta XIV 1280 Eta XV 1281 Età XVI L'altro, che nella vista lui conforta, Resse la terra dove l'acqua nasce, Che Molta in Abbia, e Abbia in mar ne porta. Fu meglio assai, che Vincislao suo figlio (Purg. VII. 97.) Primo anno del Regno di Dionisio II. in Portogallo. (Par. XIX. 139. e Disc. sul Testo, p. 103). Morte d'Alberto Magno. Questi, che m'è a destra più vicino, (Par. X. 97.) Morte di Papa Nicola III. di Casa Orsini. Sappi ch' io fui vestito del gran manto; E veramente fui figliuol dell' Orsa (Inf. XIX. 69.) Ricordano Malespini, forse il primo che incominciò a registrare gli avvenimenti della città di Firenze, continuò la sua cronaca fino a quest'anno, in cui morì; e quindi Giacchetto di Francesco Malespini, nipote di Ricordano, continuolla fino al 1286. (Tirab. Stor. Lett. Vol. IV. p. 333). Stando a Benvenuto da Imola, Dante verso quest' anno, e ne' susseguenti andò allo studio di Bologna, e di Padova. «< Quum auctor iste in viridiori aetate vacasset philosophiae naturali, et morali in Florentia, Bononia, et Padua - Auctor notaverat istum actum,quum esset juvenis Bononiae in studio. » E il Tiraboschi soggiunge « E vuolsi avvertire che benchè il Villani sia più antico, e perciò più autorevole di Benvenuto, questi però, essendo stato, come egli stesso ci dice, per dieci anni in Bologna, ed avendo ivi letta pubblicamente la commedia di Dante, doveva di ciò esser meglio istruito, che non il Villani, e il Boccaccio. Inoltre lo stesso Benvenuto ci narra altrove, che Dante conobbe in Bologna il miniatore Oderigi da Gubbio. Or questi era già morto, come abbiamo provato, l'anno 1300, innanzi all'esilio di Dante, e convien dire perciò, che Dante prima del detto anno fosse stato in Bologna. » (Stor. Lett. Vol. V, p. 477. 478). Benvenuto interpretava la commedia in Bologna quasi un secolo dopo la morte dell'autore, e che poteva egli sapere allora di certo? Quanto il buon Imolese |