Il Propugnatore, Volumes 1-20Francesco Zambrini, Giosuè Carducci G. Romagnoli, 1868 |
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Popular passages
Page 669 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi ; E quei, pensando eh...
Page 192 - Quant' esser convenia da sé lucente quel ch'era dentro al sol dov' io entra'mi, non per color, ma per lume parvente! 42 Perch' io lo 'ngegno e l'arte e l'uso chiami, sì noi direi che mai s'imaginasse; ma creder puossi e di veder si brami. E se le fantasie nostre son basse a tanta altezza, non è maraviglia; che sopra '1 sol non fu occhio ch'andasse.
Page 598 - Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incantamento, e messi in un vasel ch'ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio...
Page 54 - La maladetta e sventurata fossa. Discesa poi per più pelaghi cupi, Trova le volpi si piene di froda, Che non temono ingegno che le occupi. Nè lascerò di dir, perch' altri va' oda: E buon sarà costui, se ancor s* ui ament a Di ciò, che vero spirto mi disnoda.
Page 192 - Per correr miglior acqua alza le vele Omai la navicella del mio ingegno, Che lascia dietro a sé mar sì crudele : E canterò di quel secondo regno, Ove P umano spirito si purga, E di salire al Ciel diventa degno.
Page 353 - Dall' altra parte in fuor troppo s' approda. Maledetta sie tu, antica lupa, Che più che tutte l' altre bestie hai preda, Per la tua fame senza fine cupa ! O ciel, nel cui girar par che si creda Le condizion di quaggiù trasmutarsi, Quando verrà per cui questa disceda ? Noi andavam con passi lenti e scarsi, Ed io attento all' ombre ch' io sentia Pietosamente piangere e lagnarsi : E per ventura udi...
Page 452 - Io vidi già nel cominciar del giorno la parte orientai tutta rosata, e l'altro ciel di bel sereno adorno; e la faccia del sol nascere ombrata...
Page 574 - Sicura, quasi rocca in alto monte, seder sovr'esso una puttana sciolta m'apparve con le ciglia intorno pronte...
Page 567 - Piangendo dissi : Le presenti cose Col falso lor piacer volser miei passi, Tosto che il vostro viso si nascose.
Page 577 - 1 vaso che '1 serpente ruppe fu e non è; ma chi n'ha colpa, creda che vendetta di Dio non teme suppe. Non sarà tutto tempo senza reda l'aguglia che lasciò le penne al carro, per che divenne mostro e poscia preda; ch'io veggio certamente, e però il narro, a darne tempo già stelle propinque, secure d'ogn'intoppo e d'ogni sbarro, nel quale un cinquecento diece e cinque, messo di Dio, anciderà la fuia con quel gigante che con lei delinque.