Albo Dantesco nella sesta commemorazione centenaria offerto da Mantova al nome del Poeta nazionale Italiano

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Segna, 1865 - 179 pages
 

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Page 72 - Facesti come quei che va di notte, Che porta il lume dietro, e sé non giova, Ma dopo sé fa le persone dotte, Quando dicesti: « Secol si rinnuova; «Torna giustizia, e primo tempo umano, » E progenie discende dal ciel nuova.
Page 48 - E quel che più ti graverà le spalle Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle, Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te; ma poco appresso Ella, non tu, n'avrà rossa la tempiri. Di sua bestialitate il suo processo Farà la pruova , si ch' a te fia bello Averti fatta parte per te stesso.
Page 75 - Dell' universo insin qui ha vedute Le vite spiritali ad una ad una , Supplica a te per grazia di virtute Tanto che possa con gli occhi levarsi Più alto verso 1
Page 108 - Dall' anima il possibile intelletto, Perché da lui non vide organo assunto. Apri alla verità che viene il petto, E sappi che, sì tosto come al feto L' articolar del cerebro è perfetto, Lo Motor primo a lui si volge lieto, Sovra tanta arte di natura, e spira Spirito nuovo di virtù repleto, Che ciò che...
Page 68 - Nell' ora che comincia i tristi lai La rondinella , presso alla mattina , Forse a memoria de' suoi primi guai ; E che la mente nostra , pellegrina Più dalla carne e men da...
Page 70 - Nell' ora, credo, che dell' oriente Prima raggiò nel monte Citerea, Che di foco d' amor par sempre ardente, Giovane e bella in sogno mi parea Donna vedere andar per una landa Cogliendo fiori, e cantando dicea: Sappia, qualunque il mio nome domanda, Ch' io mi son Lia, e vo movendo intorno Le belle mani a farmi una ghirlanda. Per piacermi allo specchio qui m...
Page 65 - Per entro il cielo scese una facella. Formata in cerchio a guisa di corona, E cinsela, e girossi intorno ad ella. Qualunque melodia più dolce suona Quaggiù, e più a sè l' anima tira, Parrebbe nube che squarciata tuona, Comparata al sonar di quella lira, Onde si coronava il bel zaffiro, Del quale il ciel più chiaro s
Page 108 - ... divenga fante, non vedi tu ancor: quest'è tal punto che più savio di te già fece errante; sì che, per sua dottrina, fé' disgiunto dell'anima il possibile intelletto, perché da lui non vide organo assunto.
Page 61 - Ove convenne ch' io 1' acqua inghiottissi ; Indi mi tolse, e bagnato m'offerse Dentro alla danza delle quattro belle, E ciascuna col braccio mi coperse. Noi sem qui ninfe, e nel ciel senio stelle; Pria che Beatrice discendesse al mondo, Fummo ordinate a lei per sue ancelle. Merrenti agli occhi suoi ; ma nel giocondo Lume ch' è dentro aguzzeranno i tuoi Le tre di là, che miran più profondo.
Page 65 - O gloriose stelle, o lume pregno di gran virtù, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s'ascondeva vosco quelli ch'è padre d'ogni mortai vita, quand

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