Dante: prolusioni alle tre cantiche e commento all' "Inferno."F. Le Monnier, 1921 - 360 pages |
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Accidiosi alcun allora anime antico antiquato Beatrice bolgia Branca d'Oria cagione cammino canto cerchio ch'e ch'io chè ciascuna cielo città colui cotesta Cristo dannati Dante dantesco dell'inferno diavoli dinanzi discesa divina dolore donna duca empireo eterno fece Fialte fiamma fiera figura fiorentino Firenze Flegetonte Flegias frate frode gente Gerione Ghibellini girone gridò Guelfi Bianchi Guelfi Neri infernale inferno innanzi l'altro l'inferno l'uno latino Lucifero lungo luogo maestro Malacoda Malebolge medievale mente Michel Zanche Minosse mondo monte morte nenza nove occhi Parad Paradiso parlar parole passo peccato peccatori pegola pena piè piedi poco Poema poesia Poeta ponte proprio Purg Purgatorio quivi regione ripa rispuose sanza scoglio selva sentire sette settimo settimo cerchio signore simbolo sovra spiriti Stige superbia terra tore traditori tristo umano Vanni Fucci vedi venir verso viaggio vidi VIII Violenti Virgilio virtù visione viso volse zione
Popular passages
Page 167 - Restato m' era, non mutò aspetto, Nè mosse collo, né piegò sua costa : E se, continuando al primo detto, Egli han quell'arte, disse, male appresa, Ciò mi tormenta più che questo letto. Ma non cinquanta volte fia raccesa La faccia della Donna che qui regge, Che tu saprai quanto queir arte pesa. E se tu mai nel dolce mondo regge, Dimmi : perché quel popolo è sì empio Incontr' a' miei in ciascuna sua legge ? Ond...
Page 138 - Quella lettura, e scolorocci il viso; Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page xix - Se mai continga che il poema sacro Al quale ha posto mano e cielo e terra, Sì che m'ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà che fuor mi serra Del bello ovile ov...
Page 166 - Colui che attende là, per qui mi mena, Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno.
Page 132 - Vuolsi così colà, dove si puote Ciò che si vuole, e più non dimandare. Ora incomincian le dolenti note A farmisi sentire : or son venuto Là dove molto pianto mi percote. Io venni in loco d' ogni luce muto, Che mugghia, come fa mar per tempesta, Se da contrari venti è combattuto.
Page 184 - Non fronda verde, ma di color fosco : non rami schietti, ma nodosi e 'nvolti ; non pomi v...
Page 250 - Ferir torneamenti e correr giostra, Quando con trombe e quando con campane Con tamburi e con cenni di castella, E con cose nostrali e con istrane: Né già con sì diversa cennamella Cavalier...
Page 114 - Dirotti perch' io venni, e quel ch' io 'ntesi. Nel primo punto che di te mi dolve. I" era tra color che son sospesi, E donna mi chiamò beata e bella, Tal che di comandare io la richiesi. Lucevan gli occhi suoi più che la Stella: E cominciommi a dir soave e piana, Con angelica voce, in sua favella (I).
Page 142 - Ed egli a me : Dopo lunga tenzone Verranno al sangue, e la parte selvaggia' Caccerà l'altra con molta offensione. Poi appresso convien che questa caggia Infra tre soli, e che l'altra sormonti Con la forza di tal, che testé piaggia...
Page 266 - In quella parte del giovinetto anno che '1 sole i crin sotto l'Aquario tempra e già le notti al mezzo dì sen...