Opera colle controversie sulla Gerusalemme, Volumes 23-24

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Page 11 - Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante : Galeotto fu il libro e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 30 - L'alto fato di Dio sarebbe rotto, Se Lete si passasse, e tal vivanda Fosse gustata senza alcuno scotto Di pentimento, che lagrime spanda.
Page 44 - Nel qual, sì come vita in voi, si lega. Per la natura lieta onde deriva, La virtù mista per lo corpo luce, Come letizia per pupilla viva. Da essa vien ciò che da luce a luce Par differente, non da denso e raro : Essa è formal principio che produce, Conforme a sua bontà, lo turbo e il chiaro.
Page 36 - Come si volge con le piante strette a terra ed intra sé donna che balli, e piede innanzi piede a pena mette, volsesi in su i vermigli ed in su...
Page 9 - Sai che là corre il mondo ove più versi di sue dolcezze il lusinghier Parnaso, e che '1 vero, condito in molli versi, i più schivi allettando ha persuaso.
Page 29 - Per me si va nell' eterno dolore, Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore: Fecemi la divina potestate, 5 La somma sapienza e il primo amore. Dinanzi a me non fur cose create, Se non eterne, ed io eterno duro: * Lasciate ogni speranza, voi, ch
Page 169 - Sotto quel sta, quasi fra due vallette, La bocca sparsa di natio cinabro : Quivi due filze son di perle elette, Che chiude ed apre un bello e dolce labro ; Quindi escon le cortesi parolette Da render molle ogni cor rozzo e scabro ; Quivi si forma quel suave riso Ch' apre a sua posta in terra il paradiso.
Page 239 - ... giù cade il guardo, e timido e dimesso, guardando a terra, la vergogna il tiene. Si chiuderebbe e sotto il mare e dentro il foco per celarsi, e giù nel centro.
Page 33 - S'io avessi le rime aspre e chiocce, come si converrebbe al tristo buco sovra '1 qual pontan tutte l'altre rocce, io premerei di mio concetto il suco più pienamente; ma perch'io non l'abbo, non sanza tema a dicer mi conduco; che non è impresa da pigliare a gabbo descriver fondo a tutto l'universo, né da lingua che chiami mamma o babbo...
Page 36 - Posato al nido de' suoi dolci nati, La notte, che le cose ci nasconde, Che per veder gli aspetti desiati, E per trovar lo cibo onde gli pasca, In che i gravi labor gli sono aggrati, Previene 'l tempo in su l' aperta frasca, E con ardente affetto il Sole aspetta, Fiso guardando pur che l...

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