Storia di Michelangelo Bonarroti, pittore, scultore e architetto fiorentinoFrancesco Gasparoni Tip. Menicanti, 1853 - 196 pages |
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agnolo alcuni anco andare architetto arte artefice ASCANIO CONDIVI avea avendo avesse avuto Bartolomeo Ammanati bella braccia Bramante buona cagione cappella cardinale Carrara casa ch'è ch'egli ch'io chè chelagnolo chiesa colla conosciuto Cosimo danari detto dice dipignere dire disegno duca duca di Firenze eccellente essendo fabbrica di san faccia facesse faceva fare fatiche fece figliuolo figure fiorentini gentiluomo Giorgio Vasari giorno GIROLAMO TICCIATI giudizio Giulio III gran innanzi l'opera lasciato Lorenzo luogo magnifico mandò mano maravigliosa marmo medesimo mente messer mezzo Michel Michelagnolo Buonarroti Michelangelo morte mostrare Nanni opera padre palafreniere papa Clemente papa Giulio papa Leone papa Paolo perciocchè piacere Pier Soderini Piero Pirro Ligorio pittura poco ponte pontefice poteva rispose rovina san Pietro Sangallo santa santità sapere scritto scudi scultura seco seguitare sepoltura di Giulio sicchè signoria statue stette stima trovato uomo Urbino vecchio vede veder Vitruvio voglia voleva volle volte
Popular passages
Page 163 - ... stato grandissima grazia di Dio, ma con grave mio danno e infinito dolore. La grazia è stata che, dove in vita mi teneva vivo, morendo m'ha insegnato morire non con dispiacere, ma con desiderio della morte.
Page 162 - Io posso male scrivere; pur, per risposta della vostra lettera, dirò qualche cosa. Voi sapete come Urbino è morto: di che m'è stato grandissima grazia di Dio, ma con grave mio danno e infinito dolore.
Page 163 - Roma; perché veramente e' non si trova pace, se non ne" boschi. Altro non ho che dirvi: mi piace che siate sano e lieto; ea voi mi raccomando.
Page 66 - Moisè , djice e capitano degli ebrei : il quale se ne sta a sedere in atto di pensoso e savio , tenendo sotto il braccio destro le tavole della legge , e colla sinistra mano sostenendosi il mento, come persona stanca e piena di cure : traile dita della qual mano, escon fuori certe lunghe liste di barba , cosa a vedere molto bella. È la faccia piena di vivacità e di spirito , accomodata ad indurre amore insieme e terrore , qual forse fu il vero.
Page 163 - Iddio per la felicissima morte ch'egli à fatto: e più assai che '1 morire, gli è incresciuto il lasciarmi vivo in questo mondo traditore, con tanti affanni; benché la maggior parte di me n'è ita seco, né mi rimane altro che un'infinita miseria.
Page 164 - BENEDETTO, perchè e' paia pur che io abbia ricevuto, come io ho, il vostro libretto, risponderò qualche cosa a quel che mi domandate, benchè ignorantemente. Io dico che la pittura ini par più tenuta buona, quanto più va verso il rilievo, ed il rilievo più tenuto cattivo quanto più va verso la pittura; e però a me soleva parere che la scultura fosse la lanterna della pittura, e che dall'una all'ultra fosse quella differenza che è dal sole alla luna.
Page 168 - ... non entrassi in ispesa per me, ti scrissi, che tu non mi mandassi più niente, ma che mi richiedessi di qualche cosa, che mi faresti grandissimo piacere, sappiendo, anzi dovendo esser certa dell' amore che io porto ancora a Urbino, benché morto, e alle cose sue. Circa al venir costà a vedere e' putti, o mandar qui Michelagniolo, é di bisogno ch' io ti scriva in che termine io mi trovo.
Page 159 - Buonarroto , del quale avviso vi ringrazio quanto so e posso, ma ben mi dispiace tal pompa, perché 1' uomo non dee ridere quando il mondo tutto piange ; però mi pare che Lionardo (2) non abbia a fare tanta festa d' uno che nasce , con quella allegrezza che s' ha a serbare alla morte di chi è ben vissuto.
Page 170 - E perché nell'autore di detto, sento per le sue parole e lodi d'essere quello ch'io non sono, prego voi facciate per me parole verso di lui come si conviene a tanto amore, affezione e cortesia. Io vi prego di questo, perché mi sento di poco valore; e chi è in buona oppenione, non debbe tentare la fortuna: e meglio è tacere, che cascare da alto.