Compendio della storia di SiciliaGiovanni Pedone, 1843 - 340 pages |
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Affrica Agatocle Agrigento ajuto allora Anno Aragona armi Arrigo assalire assedio Ateniesi Atenione avea baroni battaglia Blasco Alagona Bonello Calabria calamità Carlo Carlo d'Angiò Cartagine Cartaginesi Catania chè città cittadini colle combattere congiura conquista conte Corinto Cristo dell'isola diè diessi Dione Dionisio Distretto duca Ducezio ebbe Epicide erano Ermocrate esercito Falaride fece fecero Federigo Ferdinando figliuoli Filippo flotta fratello fuggì furon furono Gelone gente Gerone Giovanni governo gran cancelliere gravissimi Greci guerra Guglielmo guisa Imilcone imperadore impresa indi intanto l'anno l'esercito l'imperadore l'isola Majone mandò Manfredi marchese Messina Montescaglioso morte Napoli navi nemici Normanni nuove omai pace Palermo papa Pietro popolo poscia potè prese Presidente del regno pretore principe prode provincie Puglia quei recò regina Romani rono Rugiero Saracini schiere Selinunte Sicilia Siciliani Sicoli Siracusa Siracusani soccorso soldati Tancredi Timoleonte tirannide tiranno tornò tosto ucciso venire venne vennero Ventimiglia vicerè vittoria volea volle
Popular passages
Page 209 - Sicilia, se drittamente guardiamo, appare che solamente per obbrobrio degl' italiani principi sia rimasta , i quali non più al modo degli eroi, ma alla guisa della plebe seguono la superbia. Ma Federico Cesare, e il ben nato suo figliuolo Manfredi, illustri eroi, dimostrando la nobiltà e drittezza della sua forma, menlrechè fu loro favorevole la fortuna, seguirono le cose umane, e disdegnarono le bestiali. Il perché coloro che erano d...
Page 203 - Federigo regnò tren t'anni imperadore, e fu uomo di grande affare e di gran valore, savio di scrittura, e di senno naturale, universale in tutte cose ; seppe la lingua latina, e la nostra volgare, tedesco, e...
Page 209 - II perché coloro che erano d' alto cuore e di grazie dotati si sforzarono d'aderirsi alla maestà di sì gran principi; talché in quel tempo tutto ciò che gli eccellenti Italiani componevano, tutto parimente usciva alla corte di sì alti monarchi. E perché la regale lor sedia era in Sicilia...
Page 209 - Jue nobilissimo signore , e la gente , che avea bontade, veniva a lui da tutte le parti perché l' uomo donava molto volentieri , e mostrava belli sembianti , e chi avca alcuna speciale bontà a lui veniano, Trovatori, Sonatori , e belli parlatori , uomini d' arti, gio~ strafori , schermitori , e d
Page 209 - ... veggiamo fondarsi il Cortigiano volgare: in essa scriversi poesie illustri, prima che gli altri popoli ne scrivessero : da essa uscire le più venerande memorie di questo comune sermone, che per tutte le terre Italiche ancor si scrive e s...
Page 153 - Majone pose diligentissima opera a disfarsi di quanti erano illustri personaggi nella corte e per nobiltà di sangue e per integrità di condotta.
Page 209 - ... in quel tempo tutto ciò che gli eccellenti Italiani componevano, tutto primamente usciva alla corte di sì alti monarchi. E perché la regale loro sede era in Sicilia, accadde che tutto quello che i...
Page 201 - M on ferrato, del bosco e del Carretto, le città di Vercelli e di Novara, abbandonati i ghibellini, si diedero a seguire i guelfi. Lo stesso famoso Pietro delle Vigne, amico contidente e gran cancelliere di Federico, tentò di avvelenarlo : e mal gliene incolse. Scoperta la perfida trama, l...
Page 215 - Napoli a soggezione, e si felicemente riuscì noll' intento, che nel mese di ottobre ebbe non pur quella città , ma eziandio tutta la provincia di Terra di Lavoro. Indi diessi ad ordinare il governo del regno , e vi provvide principalmente nel parlamento di Foggia, in cui stabili leggi sapientissime.
Page 141 - ... di ladroni, omicidi e di ogni più trista gentaglia. Per lo che con t'utto l'animo loro si prepararono alla guerra.