Prolegomeni del nuovo comento storico-morale-estetico della Divina commedia

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L. Bordandini, 1858 - 397 pages
 

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Popular passages

Page 339 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Page 343 - Ond' io per lo tuo me' penso e discerno, Che tu mi segui, ed io sarò tua guida, E trarrotti di qui per luogo eterno...
Page 244 - Che notabili fien 1' opere sue. Non se ne sono ancor le genti accorte, Per la novella età; che pur nove anni Son queste ruote intorno di lui torte. Ma pria che il Guasco 1' alto Arrigo inganni, Parran faville della sua virtute In non curar d' argento, né d
Page 371 - Sì che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna.
Page 108 - Maria; e disiar vedeste sanza frutto tai che sarebbe lor disio quetato, ch'etternalmente è dato lor per lutto: io dico d'Aristotile e di Piato e di molt' altri"; e qui chinò la fronte, e più non disse, e rimase turbato.
Page 342 - Tu se' solo colui, da cui io tolsi Lo bello stile, che m
Page 246 - E fia Prefetto nel foro divino Allora tal, che palese e coverto Non anderà con lui per un cammino, Ma poco poi sarà da Dio sofferto Nel santo uficio : ch' el sarà detruso, Là dove Simon mago è, per suo merto E farà quel d
Page 342 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio: Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che l' uccide : Ed ha natura si malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir con doglia.
Page 130 - Orribil furon li peccati miei ; Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò che si rivolge a lei. Se il pastor di Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora.
Page 309 - O Signor mio, quando sarò io lieto A veder la vendetta, che, nascosa, Fa dolce l'ira tua nel tuo segreto ? Ciò ch'i' dicea di quell'unica sposa Dello Spirito Santo, e che ti fece Verso me volger per alcuna chiosa, Tanto è disposto a tutte nostre prece, Quanto il di dura; ma, quando s'annotta, Contrario suon prendemo in quella vece.

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