Il Poligrafo, Volume 2Stab. tip. dell'Armonia, 1856 |
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abbiamo adunque alcuni altre anco antichi Arabi argomento arti artisti avea belle certo ch'è chè città colla contrade credere d'Italia dice dotto dottrine dramma erano Fiumedinisi francese Francia furono gabinetto Galena Giapeti giornali Giovanni Marchetti giudicato governo grammi gran greco guerra Guglielmo di Puglia imperatori ingegno inglese innanti intorno Inzenga Italia italiana l'IDEA l'Inghilterra latino lavoro leggi letteraria letteratura lettere lingua Locri lode lungo Marchetti materia mente metallo mezzo minerale moneta monete monogramma monogramma di Cristo mostra Napoli nome Normanni novelle nuovo opere osservazioni paese Palermo Parigi parla parole patria Pelasgi Pitagorici Platone poesia poeta poetica Poligrafo politica popolo possa potenze potrebbe potuto Principati Danubiani principio prodotto professore Provenzali provincie Prussia pubblica pure quei quistione ragione regno Russia Saraceni Schipta scienza scrittori scuola secolo Sicilia Siciliani siffatte signor Signorelli storia storici studio tetradrammi Timeo trattato trattato di Parigi trovatori universale uomini vedere verso zione
Popular passages
Page 231 - Ecco i due Guidi, che già furo in prezzo; Onesto Bolognese ; ei Siciliani, Che fur già primi, e quivi eran da sezzo...
Page 251 - Or se' tu quel Virgilio, e quella fonte, che spande di parlar si largo fiume?, risposi lui con vergognosa fronte. O degli altri poeti onore e lume, vagliami il lungo studio e il grande amore, che m' ha fatto cercar lo tuo volume. Tu se...
Page 79 - Puglia, che fu probabilmente anch'esso di que' dicitori in rima soliti bazzicare nella corte in Palermo. 1 È memoria d'un Lucio Drusi da Pisa « uomo faceto e dotto che scrisse in rima un libro Della Virtù e un altro Della Vita Amorosa, i quali portando egli in Sicilia al re, per fortuna gli perse in mare; di che dolendosi fuori modo, poco dopo se ne morì.
Page 69 - si trovava d'ogni perfezione gente : quivi erano li buoni dicitori in rima d'ogni condizione, quivi erano li eccellentissimi cantatori, quivi erano persone d'ogni sollazzo che si può pensare virtudioso e onesto...
Page 231 - Opere del Petrarca . Questi parlando de' diverbi generi di letteratura e di poesia allora usati „ Pars , dice (praef. ad Epist . famil. ) mulM cendis vulgi auribus intenta suis et ipsa legibus utebatur. » Quod genus apud Siculos ( ut fama est ) non multis ante „ saeculis renatum brevi per omnem Italiam ac longius „ manavit ; apud Graecorum olim ac Latinorum vetustis...
Page 77 - Principi Italiani sia rimasa ; i quali non con modo eroico, ma con plebeo seguono la superbia. Ma quelli illustri eroi, Federico Cesare, ed il ben nato suo...
Page 6 - Ad ogni modo, così cacciato di sua sedia egli che avea rimossi tanti vescovi dalle loro, cacciato da' concittadini egli che avea sollevati tanti popoli, lasciando un antipapa nella Chiesa egli che avea voluto restaurare ed esaltare il papato, lasciando vittorioso l'imperatore da lui già deposto e raumiliato, lasciando insomma fallite in apparenza tutte le imprese sue, mori non iscoraggiato il grand
Page 257 - Gneiss: queste sono profondissime strette, e gli orli presentano de' balzi perpendicolari e ruinosi. La montagna nel suo dorso non offre, oltre a ciò, che una bassa e scarsa vegetazione. Il non aver noi una montagna di granito non può farci paragonar la differenza che produce nella forma , la natura della roccia di cui si compone. La massa cristallina e granellosa del granito non è suscettibile per la sua compattezza che di sole tissure per lo più verticali, le quali permettendo il distaccamento...
Page 218 - si potrebbe anche dire che fin dalГ anno 1193 le cose piegavano in favore di Arrigo VI, il quale aveva in Sicilia un potente partito, il quale per la morte di Rugiero II figlio di Tancredi , per le sconfitte ricevute da questo principe, per le vittorie riportate dal suddetto Svevo. non avevano (sic) timore di gridare: Viva lo Impcradore (2) ». Ed anche il La Lumia accetta quest
Page 171 - Repubblica, non grammatici, né disputanti per gli caffè: a far uomini pieni di senso di vera e soda pietà, di giustizia, di onestà, di amicizia, per istruire e reggere l'ignorante moltitudine; e ogni arte, dove non è sollevata, e governata dalla scienza delle cose, e de' costumi, fa uomini, rissosi accaniti, invidiosi, e con ciò malvagi.