Storia della Toscana sino al principato con diversi saggi sulle scienze, lettere e arti, Volume 3Company' caratteri di Didot, 1813 |
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ajuto Ambasciatori Arcivescovo Aretini Arezzo armi Arno Arrigo assai attaccarono avea battaglia battuto Bianchi cacciati Carlo Carlo di Valois castelli Castruccio cavalieri celebre città di Toscana cittadini colla commercio Conte Guido Conte Ugolino Corradino Corso Donati Cron d'Italia Dino Comp Dino Compagni disgrazia dominio erano esercito essendo famiglia fazione fece fecero Federigo figlio Fiorentini fiorino d'oro Firenze Flam flotta forza furono galere Genova Genovesi Ghibellini governo gran Guelfi guerra Guglielmino Ubertini Imperatore imperiale impresa Istor ital Lega Lombarda Lucca Lucchesi maggior Malasp mandò Manfredi Monteaperti morte mura nemici nuova pace Papa Pisa Pisani Pistoja Pontefice popolo porto Porto pisano potenza Potestà poteva prese prigionieri rentini Repubblica restò ritirarsi rono rotta ruina s'era Saladino Sanesi Sardegna scrittore Sicilia Siena Signori Torre Toscana Tronci Ann trovò truppa Uguccione valore varj Vedi Vescovo Vicario Villani vincitori vittoria zione
Popular passages
Page 179 - Arno, e sciolse al mio petto la croce, Ch' io fei di me, quando 'l dolor mi vinse : Voltommi per le ripe , e per lo fondo , Poi di sua preda mi coperse , e cinse.
Page 71 - Tanto eh' io ne perdei lo sonno ei polsi. La meretrice, che mai dall' ospizio Di Cesare non torse gli occhi putti, Morte comune, e delle corti vizio, Infiammò contra me gli animi tutti, E gì' infiammati infiammar sì Augusto, Che i lieti onor tornaro in tristi lutti.
Page 71 - La meretrice, che mai dall' ospizio Di Cesare non torse gli occhi putti, Morte comune, e delle corti vizio, Infiammò contra me gli animi tutti, E gl'infiammati infiammar sì Augusto. Che i lieti onor tornaro in tristi lutti. L'animo mio, per disdegnoso gusto, Credendo col morir fuggir disdegno, Ingiusto fece me contra me giusto. Per le nuove radici d' esto legno Vi giuro, Che giammai non ruppi fede Al mio signor, che fu d
Page 216 - L' uomo savio non fa cosa che se ne penta. E in quella città e per quelli cittadini non si fa cosa sì laudabile, che in contrario non si reputi e non si biasimi. Gli uomini vi si uccidono : il male per legge non si punisce ; ma come il malfattore ha degli amici, e può moneta spendere, così è liberato dal malificio fatto.
Page 68 - Giovanni , che non era reo di altro delitto , che di essere il luogo ove i Guelfi usavano di tener le loro adunanze. Stava una bella , ed alta torre al principio di via degli Adimari: tentarono di farla cadere su quel tempio , e...
Page 203 - Non penate più : andate e mettete in ruina le bellezze della vostra città. Spandete il sangue de' vostri fratelli ; spogliatevi della fede e dello amore; nieghi l'uno all'altro ajuto e servigio.
Page 11 - Pisa a pugnare invitta, a vincer nata; Tal , da penna famosa invidiata , Pugnar Goffredo in sul Giordan la vide, E schiere dissipar Perse e Numide Di sacre spoglie, e più di gloria ornata. Se 'al era d'Etruria il vinto stuolo Al periglioso varco, allor che volse L'intrepido Romano a lei la fronte; La fama, che cantò d' Grazio solo Contro Toscana, or narren'a che tolse Un sol Toscano a tutta Roma il Ponte.
Page 201 - I Signori, per rimediare allo sdegno avea ricevuto, gli presentorono fiorini MM nuovi. E io gliel portai in una coppa d'ariento, e dissi : « Messere, non li disdegnate perché siano pochi, perché sanza i consigli palesi non si può dare più moneta ». Rispose gli avea 50 cari ; e molto li guardò, e non li volle.
Page 90 - Lo che dispiacque a non pochi altri principi : però verso la metà di quaresima dell'anno seguente , l'arcivescovo di Treveri , il re di Boemia , il duca di Sassonia , il marchese di Brandemburgo e molti altri principi , acclamarono re per loro parte Alfonso di Castiglia ; il quale recatosi in Germania, nel dì dell'Ascensione prese la corona in Aquisgrana.
Page 101 - Ma fu' io sol colà, dove sofferto Fu per ciascun di torre via Fiorenza, Colui, che la difesi a viso aperto. Dch se riposi mai vostra semenza, Prega' io lui, solvetemi quel nodo, Che qui ha inviluppata mia sentenza.