I fatti di Enea, estr. dalla Eneide di Virgilio e ridotti in volgare [really adapted] da Guido da Pisa. Testo di lingua per cura di B. Gamba. Testo nuovamente riveduto e corretto, Volume 1681834 |
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Acate acciocchè Allora amore Anchise andò antica Apolline arme arrecò Ascanio battaglia bertesche brigati cacciare Camilla campo capitano Cartagine cavalieri cavallo ch'è ch'ebbe ch'ella ch'io chè chiama Cicilia cielo città cittade comandò combattere contrada Creta detto dicendo dinanzi dolore drieto ebbe seco ebbono ecco Ecuba Enea ENEIDE Epiro erano Ettore Eurialo Evandro eziandio fare Fati fece figliuolo fiume del Tevero fuggire funne furono fusse gagliardia Giarba gittò gliuolo gran Greci guerra incominciò a gridare infiammò inganni innanzi Italia lagrime lancia Latino lato Laurento Lavina levò mano mare Messapo Messenzio moglie morte mura navi navilio nimici Niso niuno nobile nome notte onore padre Pallade Pallante parlare parole percosse pigliare Pigmalione Pirro populo porte prese Priamo puose quivi re Latino regno reina Didone Rifeo rispuose Rutuli saette sangue Sibilla Sicheo Sinone spada Strofade terra Troia Troiani vedere veggendo venire venne vide Virgilio voglio volse Vuolsci
Popular passages
Page 66 - Altri dicono che questa andata non fu altro che '1 savio e sottile considerare che fece Enea delle cose terrene e delle cose che dovevano avvenire; e questo intendimento è morale. Altri dicono che questo andare fu veramente come si dice, e fu per arte di negromanzia, e però si fa menzione di...
Page 60 - Ma innanzi che andiamo più oltre, sono da vedere1 qui quattro cose. La prima, che vuoi dire Sibilla. La seconda, quante furono le Sibille. La terza, chi fu questa Sibilla alla quale capitò Enea. La quarta, come ed in che modo questa Sibilla menò Enea allo 'nferno.
Page xix - 1 Ciel mi fulmini, E ne l'abisso mi trabocchi in prima, Ch'io ti violi mai, pudico amore. Col mio Sichèo, con chi pria mi giungesti, Giungimi sempre : e intemerato e puro Entro al sepolcro suo seco ti serba . E qui piangendo , e sospirando , tacque . Anna rispose. O più de la mia vita...
Page 30 - ... di porci, con molto pane e con molto vino, e fece splendidamente apparecchiare le tavole in una bellissima sala, tutta fasciata di porpora e di drappi d'oro, per mangiare con Enea. Ma bene che Enea da Didone con tanta gloria graziosamente fosse ricevuto, tanta era la cura della sua gente che aveva lasciata alle navi, e '1 dolce amore 15 che portava al figliuolo, che la sua mente non trovava riposo.
Page 46 - Chi crederebbe giù nel mondo errante, Che Rifeo Troiano in questo tondo Fosse la quinta delle luci sante? Ora conosce assai di quel che il mondo 70 Veder non può della divina grazia, Benché sua vista non discerna il fondo. Qual lodoletta che in aere si spazia Prima cantando, e poi tace contenta Dell...
Page 63 - Così la neve al sol si disigilla, Cosi al vento nelle foglie lievi Si perdea la sentenzia di Sibilla. O somma luce, che tanto ti lievi Da...
Page xix - Io, se non fusse Che fermo e stabilito ho nel cor mio Che nodo maritai più non mi stringa, Poiché '1 primo si ruppe, e se d'ognuno Schiva non fossi, solamente a lui Forse m'inchinerei.
Page 46 - Anima gloriosa, onde si parla. Tornata nella carne, in che fu poco. Credette in Lui che...
Page 34 - non ho anche bene udito; e però fàtti dall'un capo, e per ordine 15 « vieni dicendo come e in che modo voi perdeste la terra ». Fatto che ebbe fine la reina al suo dire, tutta la gente tenne silenzio; ed Enea, sedendo in alto, in questa forma cominciò a dire ea narrare la infortunata e dolorosa presa di Troia: RUBRICA XIII. — Come e in che medo fu presa 20 la città di Troia. « Tu mi comandi, o reina, ch...
Page 64 - Isidoro, com' è detto di sopra, dice che questa Sibilla recò i libri de' Decreti romani a Prisco Tarquinio, che fu lo quinto re de