Esempi di bello scrivere in poesia

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Giusti, 1850 - 399 pages
 

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Page 31 - Grillo: avealo vòto, e avea creduto in pace godersi un sonno placido e tranquillo. Troncògli il capo il Saracino audace: esce col sangue il vin per uno spillo, di che n'ha in corpo più d'una bigoncia; e di ber sogna, e Cloridan lo sconcia.
Page 122 - Vidi presso di me un veglio solo Degno di tanta reverenza in vista , Che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista Portava a' suoi capegli simigliante De' quai cadeva al petto doppia lista.
Page 31 - Che de la notte avean goduto al fresco Gran parte, or con la tazza, ora col dado: Felici, se vegghiar sapeano a desco Fin che de l'indo il sol passassi il guado. Ma non potria negli uomini il destino, Se del futuro ognun fosse indovino. 178 Come impasto Icone in stalla piena, Che lunga fame abbia smacrato e asciutto, Uccide, scanna, mangia, a strazio mena L'infermo gregge in sua balia condutto; Cosi il crudel Pagan nel sonno svena La nostra gente, e fa macel per tutto.
Page 168 - Qui mille immonde Arpie vedresti e mille Centauri e Sfingi e pallide Gorgoni, molte e molte latrar voraci Scille, e fischiar Idre e sibilar Pitoni, e vomitar Chimere atre faville, e Polifemi orrendi e Gerioni; e in novi mostri, e non più intesi o visti, diversi aspetti in un confusi e misti.
Page 111 - Per me si va nella città dolente; per me si va nell' eterno dolore; per me si va tra la perduta gente.
Page 191 - ... 1 destrier più vada in alto: poi lo lega nel margine marino a un verde mirto in mezzo un lauro e un pino.
Page 302 - Sì che la neghittosa esca del fango. 1', che dì e notte del suo strazio piango, Di mia speranza ho in te la maggior parte : Che se '1 popol di Marte Devesse al proprio onor alzar mai gli occhi , Farmi pur eh' a' tuoi dì la grazia tocchi. L...
Page 30 - Saracino la punta de la spada ne la gola. Quattro altri uccide appresso all'indovino, che non han tempo a dire una parola: menzion dei nomi lor non fa Turpino...
Page 328 - Quando awien che un zefiretto per diletto bagni il pie nell'onde chiare, sicché l'acqua in sull'arena scherzi appena; noi diciam che ride il mare. Se giammai tra fior vermigli, se tra gigli veste l'alba un aureo velo; e su rote di zaffiro move in giro; noi diciam che ride il ciclo.
Page 183 - n su' vermigli ed in su' gialli Fioretti verso me, non altrimenti, Che vergine, che gli occhi onesti avvalli; E fece i prieghi miei esser contenti, Sì appressando se, che '1 dolce suono Veniva a me co

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