La divina commedia di Dante Alighieri: Purgatorio |
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Accenna alcun allora alto altra amore Angeli anima appella ARGOMENTO avea aver Beatrice bella buon cagione CANTO carro cerchio ch'è ch'io Chè chiama ciascun cielo colla color colui conoscere corpo cotal credo cuore cura Dante dice dire disse divina dolce donna Duca eran essendo esso face fece figlio figliuolo fiume fuoco gente gira gran grido guarda Guido Indi intende l'altro l'anima lascia legge libero luce lume luogo maggior male mani Maria medesimo mente mezzo mondo monte morte nome nuovo occhi padre pareva parlare parole passi peccato pena poco Poeta porta possa prego pria proprio purga Purgatorio quei quivi raggi salire santa sarà segno sente sette spirito Stazio stelle terra tosto tratto troppo trova uomo vale vede veder veggio venir vero verso vidi viene Virgilio virtù viso vista vivo voglia volere volge volte vuol
Popular passages
Page 171 - Che è moto spiritale, e mai non posa Fin che la cosa amata il fa gioire. Or ti puote apparer quant...
Page 267 - Nell' ora, credo , che dell' oriente Prima raggiò nel monte Citerea, 95 Che di fuoco d' amor par sempre ardente, Giovane e bella in sogno mi parca Donna vedere andar per una landa Cogliendo fiori; e cantando dicea : Sappia, qualunque il mio nome dimanda, 100 Ch' io mi son Lia, e vo movendo intorno Le belle mani a farmi una ghirlanda. Per piacermi allo specchio qui m' adorno; Ma mia suora Rachel mai non si smaga Dal suo miraglio, e siede tutto giorno.
Page 274 - Tu mi fai rimembrar dove e qual era Proserpina nel tempo che perdette La madre lei, ed ella primavera. Come si volge, con le piante strette A terra ed intra sè, donna che balli, E piede innanzi piede appena mette; Volsesi in su
Page 7 - Vidi presso di me un veglio solo Degno di tanta reverenza in vista , Che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista Portava a' suoi capegli simigliante De' quai cadeva al petto doppia lista.
Page 55 - Italia tutte piene Son di tiranni, ed un Marcel diventa Ogni villan che parteggiando viene. Fiorenza mia, ben puoi esser contenta Di questa digression che non ti tocca, Mercé del popol tuo che sì argomenta. Molti han giustizia in cor, ma tardi scocca Per non venir senza consiglio ali' arco; Ma il popol tuo 1' ha in sommo della bocca. Molti rifiutan lo comune incarco; Ma il popol tuo sollecito risponde Senza chiamare, e grida: I
Page 272 - Ch' agli occhi temperava il nuovo giorno. Senza più aspettar lasciai la riva, Prendendo la campagna lento lento Su per lo suoi che d' ogni parte oliva. Un'aura dolce, senza mutamento Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento; Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U
Page 154 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Page 153 - Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio, e non fora giustizia, Per ben letizia, e per male aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia Non dico tutti; ma posto ch...
Page 300 - Che m' intenda colui che di là piagne, Perchè sia colpa e duol d' una misura. Non pur per opra delle rote magne, Che drizzan ciascun seme ad alcun fine, Secondo che le stelle son compagne; Ma per larghezza di grazie divine, Che sì alti vapori hanno a lor piova, Che nostre viste là non van vicine, Questi fu tal nella sua vita nuova Virtualmente, ch' ogni abito destro Fatto averebbe in lui mirabil prova.
Page 54 - Che il giardin dell' imperio sia diserto. Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom senza cura, Color già tristi, e costor con sospetti. Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura De' tuoi gentili, e cura lor magagne, E vedrai Santafior com